Sbarchi, in due mesi annegati 80 bimbi diretti in Grecia

Save the children: numero destinato a crescere. Ogni giorno arrivano oltre 8mila persone di cui il 23% bambini, spesso senza giubbotti di salvataggio

Allarme di Save the children: numero destinato a crescere. Ogni giorno arrivano oltre 8mila persone di cui il 23% bambini, spesso incapaci di nuotare e senza giubbotti di salvataggio

A due mesi dalla tragica morte del piccolo Aylan Kurdi, oltre 80 bambini sono annegati cercando di raggiungere la Grecia, inclusi i bambini che si ritiene abbiano perso la vita nei naufragi di oggi. Un numero destinato a crescere – avverte Save the Children – dato che sempre più rifugiati e migranti affrontano questo viaggio così pericoloso anche durante i mesi invernali. Il clima rigido rende l’attraversamento del Mediterraneo più rischioso e i bambini molte volte sono bagnati fradici e congelati quando vengono portati a riva e, siccome spesso non c’è riparo nei campi di transito, corrono seri rischi di ipotermia.

Lo staff di Save the Children, l’organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini e tutelarne i diritti, racconta di aver visto bambini scossi dai brividi, con le mani e le labbra blu e ci sono stati casi gravi che hanno richiesto un trattamento ospedaliero. Migliaia di famiglie stanno ancora cercando disperatamente di scappare dalla Siria e da altri Paesi, nonostante alcuni stati europei stiano chiudendo le frontiere. Tra gennaio e ottobre 2015 piu’ di mezzo milione di persone sono arrivate nelle isole greche. Ogni giorno in Grecia arrivano oltre 8mila persone di cui il 23% bambini, spesso incapaci di nuotare e privi di giubbotti di salvataggio adeguati.

Per quelli che ce la fanno a sbarcare sulle isole, le condizioni nei campi risultano pericolose per i bambini, alcuni dei quali vengono separati dalle famiglie nel corso del caotico processo di registrazione. È stato già segnalato che i bambini hanno troppo freddo per riuscire a dormire di notte senza un riparo adeguato e senza vestiti che possano tenerli caldi. E, con l’arrivo dell’inverno, ci si aspetta che le temperature scendano fino a -4°.

«È devastante vedere i corpi senza vita di bambini, anche piccolissimi, trasportati a riva dalla corrente su queste spiagge idilliache», dichiara Kate O’Sullivan, che opera con lo staff di Save the Children per l’emergenza a Lesbo. «Anche se il passaggio dalla Turchia alla Grecia è breve, le acque sono sempre più pericolose e, purtroppo, ne vedremo tante di più di queste morti terribili. Abbiamo bisogno di percorsi sicuri e legali per consentire ai rifugiati di venire in Europa». Per le famiglie che non riescono a raggiungere Lesbo e le altre isole, «il governo e associazioni umanitarie come la nostra fanno quello che possono, ma ci sono migliaia di nuovi arrivi ogni giorno e non c’è riparo o cibo sufficiente per tutti. Ho visto bambini che dormono nel fango sotto i cartoni e bambini che tremano di freddo e hanno le mani e le labbra livide. E la situazione non può che peggiorare man mano che l’inverno avanza», prosegue.

Save the Children sta preparando kit invernali per le famiglie che arrivano in Grecia, che includono coperte e vestiti. L’organizzazione sta anche distribuendo pasti caldi a migliaia di persone ogni giorno e gestendo centri temporanei per i bambini e le madri che allattano. Save the Children chiede più risorse e sostegno immediato per evitare che le persone che arrivano in Europa muoiano di ipotermia e la creazione di percorsi sicuri e legali per rifugiati e migranti. L’organizzazione è particolarmente preoccupata per i circa 12mila minori non accompagnati che solo quest’anno hanno fatto il viaggio verso l’Europa e sono estremamente vulnerabili e a rischio di sfruttamento e violenza.

3 novembre 2015