Save the Children: pronti ad accogliere Codice ong

L’associazione disponibile al confronto, «seppure nel rispetto dei principi umanitari». La nave Vos Hestia «già in linea con la maggior parte delle proposte»

L’associazione disponibile al confronto, «seppure nel rispetto dei principi umanitari». La nave Vos Hestia «già in linea con la maggior parte delle proposte»

Le attività di ricerca e soccorso svolte da Save the Children con la nave Vos Hestia a partire dal 2016 sono già corrispondenti alla maggior parte delle indicazioni contenute nella bozza in discussione del Codice di Condotta delle ong impegnate nelle operazioni di salvataggio in mare dei migranti. A renderlo noto è la stessa ong, dopo aver ricevuto il testo e la convocazione da parte del ministero dell’Interno per un confronto sul documento. La conclusione è che le indicazioni «sono quindi in linea con le modalità operative con cui è stata sempre svolta l’attività di Save the Children, che sin dall’inizio ha operato in stretto contatto con le autorità e sotto il coordinamento della Guardia Costiera».

Restano necessari, secondo l’organizzazione, «maggiori approfondimenti» su alcuni punti del nuovo Codice di Condotta proposto, «che riguardano in particolare gli aspetti tecnici legati all’impegno di non effettuare trasbordi e a ricevere a bordo, su richiesta, funzionari di polizia giudiziaria. Sulle modalità operative che riguardano questi punti – spiegano da Save the Children – chiederemo ulteriori spiegazioni e dettagli nel corso dell’incontro della prossima settimana». Combattere la tratta degli esseri umani e la speculazione «sulla pelle dei migranti» sono da sempre priorità per l’ong, che ribadisce la «disponibilità a collaborare e a confrontarci con le istituzioni, seppur nel rispetto dei principi umanitari che guidano le nostre missioni in tutto il mondo e senza che queste regole possano diventare un ostacolo al salvataggio delle vite umane».

L’auspicio espresso è quello di un «reale impegno dell’Europa nella gestione della crisi migratoria, nel soccorso e nella protezione delle persone. Nella consapevolezza che la vita di ogni essere umano, a partire dai più indifesi, i bambini, è troppo preziosa per poter essere messa in palio, la lotta ai trafficanti deve essere dura e inflessibile, ma va condotta a terra, nei Paesi di origine, sulle coste libiche e su quelle di sbarco e non può essere combattuta in mare, mentre è in gioco il salvataggio di vite umane».

19 luglio 2017