Save the Children: per i minori migranti l’Europa fa troppo poco

La denuncia del direttore dei Programmi Italia-Europa Raffaela Milano all’indomani dell’ennesimo naufragio costato la vita a 5 bambini

La denuncia del direttore dei Programmi Italia-Europa Raffaela Milano all’indomani dell’ennesimo naufragio costato la vita a 5 bambini

«Quando i bambini muoiono alle nostre porte, dobbiamo prendere provvedimenti più radicali, non ci può essere una priorità maggiore». Sono le parole con cui Raffaela Milano, direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children , commenta l’ennesimo naufragio al largo delle coste dell’isola greca di Farmakonisi, una delle isole del Dodecaneso, a soli 13 chilometri dalle coste turche, in cui avrebbero perso la vita cinque bambini. «Nonostante l’aiuto di molti paesi europei e quello delle tante persone generose che stanno supportando il milione di rifugiati giunti nel nostro continente – osserva -, l’Europa sta facendo troppo poco per proteggere e aiutare i più vulnerabili e fermare i naufragi di intere famiglie poco lontani dalle nostre coste. Questo è un test per il nostro modello di Europa».

Secondo i dati di Save the Children, sono minori oltre 25 su 100 tra migranti rifugiati giunti in Europa dall’inizio del 2015, per un totale di 256.404 bambini. «Alcune strutture di accoglienza, in particolare quelle alle frontiere, non sono in grado di provvedere adeguatamente ai bisogni primari come il cibo, l’acqua e l’assistenza sanitaria – evidenzia Milano – e la situazione peggiorerà con l’inizio dell’inverno, soprattutto per i bambini che sono i più vulnerabili e a rischio di sfruttamento, abuso, violenza e tratta. Chiediamo agli Stati europei di concentrarsi sui bisogni umanitari immediati sul terreno, soprattutto per i bambini».

L’associazione, da parte sua, continua il suo intervento sulle rotte die migranti in tutta Europa. Presso l’aeroporto Tempelhof di Berlino, ad esempio, ha aperto il primo Spazio a Misura di Bambino in Germania, che sta ospitando oltre 2mila rifugiati, il 40% dei quali bambini. Con il supporto di 5 noti illustratori, poi, ha voluto raccontare i pericolosi viaggi intrapresi dalle migliaia di profughi, dalle sponde di Lesvos, dall’Italia, fino alle sfide per ricominciare una nuova vita in Germania. Gli illustratori – George Butler, Falklands War Artist Linda Kitson, David Foldvari e Toby Morison -, riferiscono da Save the Children, «hanno ascoltato le storie dei minori che hanno incontrato e nei loro disegni hanno rappresentato il ricordo dei bambini e delle loro famiglie in fuga da bombe, proiettili, violenze e guerre, come la Siria». Vere e proprie testimonianze trasformate in disegni, dai quali emerge anche il ruolo dell’organizzazione per garantire ai piccoli e alle loro famiglie protezione immediata e supporto, sia materiale che psicologico.

Nelle parole di Milano anche la preoccupazione dell’organizzazione per la recente proposta della Commissione europea di detenzione fino a 18 mesi per i migranti. «Queste proposte – commenta – devono tenere conto di come evitare di tenere rinchiusi anche i bambini, poiché questo sarebbe contrario ai loro diritti, così come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti dell’infanzia. Troppi bambini ci dicono di essere stati rinchiusi in centri di detenzione durante il loro percorso per richiedere l’asilo, mentre anche questo rappresenta un loro diritto».

23 dicembre 2015