Save the Children: negli ultimi 5 anni in Europa 200mila minori non accompagnati

A 5 anni dalla morte di Alan Kurdi, l’Europa non è riuscita a garantire i diritti dei piccoli migranti e rifugiati. Oltre 2mila i minori soli sbarcati nel 2020 in Italia

Sono oltre 200mila i minori stranieri non accompagnati, in fuga da conflitti, persecuzioni o violenze, che hanno chiesto asilo in Europa negli ultimi cinque anni, ma è probabile che il numero di bambini e ragazzi arrivati sia molto più alto. Molti di loro infatti sono costretti a un’esistenza nell’ombra in Europa, a rischio di sfruttamento e abuso. È l’analisi contenuta nel nuovo rapporto “Protection Beyond Reach” di Save the Children, diffuso ieri, 2 settembre, a cinque anni dal giorno in cui il piccolo Alan Kurdi perse la vita in un naufragio di fronte alla costa turca nel tentativo di raggiungere la salvezza in Europa. Da allora, riferiscono dall’organizzazione, più di 700 minori, neonati compresi, hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere le coste europee durante pericolosi viaggi via mare. E «mentre ad alcuni minori sono state garantite sicurezza e protezione, molti altri incontrano ostacoli nell’ottenere lo status di rifugiato, o comunque la tutela prevista per la loro minore età, vivono nella paura costante di essere espulsi o detenuti e si vedono negare la possibilità di ricongiungersi con i membri della famiglia che vivono altrove in Europa», si legge nel rapporto.

Secondo l’organizzazione internazionale, nonostante alcuni importanti passi avanti come l’adozione da parte dell’Italia della “Legge Zampa” (L. 47/2017) sulla protezione e l’accoglienza dei minori non accompagnati, l’Ue e gli Stati membri hanno risposto con misure «sempre più restrittive e pericolose» davanti alle necessità di sicurezza e protezione dei bambini migranti. In Italia si segnala che l’attuale incremento di arrivi via mare a Lampedusa vede coinvolti anche molti minori non accompagnati – 2.168 dall’inizio dell’anno al 31 agosto – e nuclei familiari con bambini, sui quali il gravissimo sovraffollamento dell’hotspot e il prolungarsi dei tempi di trasferimento verso centri di accoglienza idonei a ospitarli rischia di avere un impatto fortemente negativo. Save the Children è presente sull’isola con un team di operatori per la protezione dei minori.

Per la direttrice dei Programmi Italia – Europa di Save the Children Raffaela Milano, «è necessario velocizzare le procedure di trasferimento, assicurando che ai minori non accompagnati vengano riconosciuti tutti i fondamentali diritti sanciti dalla Legge Zampa, a partire da un’accoglienza immediata degna di questo nome, l’assistenza sanitaria e la nomina di un tutore». Altrettanta attenzione merita la situazione dei minori al confine tra Italia e Francia, in particolare nell’area di Ventimiglia, dove al momento minori accompagnati e nuclei familiari, a fronte della chiusura del campo Roja, risultano, al pari degli altri migranti e richiedenti asilo, privi di accoglienza e rischiano di finire nelle mani dei trafficanti allo scopo di varcare il confine verso la Francia. Non solo: notizie preoccupanti arrivano anche dalla rotta balcanica.

«Sono passati cinque anni da quando Alan Kurdi ha perso la vita appena al largo delle coste turche, diventando un tragico simbolo della “crisi dei rifugiati” – afferma Anita Bay Bundegaard, direttrice di Save the Children Europa -. I leader europei sono stati tra i primi a dire “Mai più”, ma da allora hanno solo reso le rotte più difficili e pericolose per rifugiati e migranti ». Per Bundegaard, «il modo in cui l’Europa ha trattato i bambini più vulnerabili nel momento del bisogno è inaccettabile». E cita il caso dell’agosto 2019, quando ogni giorno in media 10mila minori risultavano bloccati sulle isole greche, il 60% dei quali di età inferiore ai 12 anni. «Sebbene siano stati compiuti alcuni sforzi per ricollocarli al di fuori della Grecia – ricorda -, migliaia sono stati abbandonati al loro destino a causa della riluttanza di alcuni Paesi europei ad accogliere e prendersene cura. Nel frattempo, i bambini continuano a morire alle porte della Ue mentre i leader europei guardano dall’altra parte».

Molti i minori in fuga da Paesi in crisi. Su tutti la Siria, al decimo anno di conflitto, ma anche l’Afghanistan, da cui proviene la maggior parte dei minori non accompagnati che arrivano in Europa, devastato da un conflitto che rimane tra i più mortali per i bambini, che rappresentano quasi un terzo di tutte le vittime nel Paese. «Molti Paesi europei hanno risposto alla crisi dei migranti chiudendo i loro confini, facilitando la detenzione dei minori o rendendo quasi impossibile il ricongiungimento dei bambini con i loro genitori – rimarcano da Save the Children -. Nella sola Grecia circa 331 minori erano in detenzione nel marzo 2020».

In attesa dell’annuncio dell’Ue sul “Patto Asilo e Migrazione” che ispirerà le nuove misure in materia, Save the Children chiede che i diritti dei bambini siano al centro di tali decisioni e che l’Unione europea e i suoi leader garantiscano che vengano prese misure per garantire la sicurezza dei minori vulnerabili. Solo percorsi di migrazione legale, compreso un rapido accesso al ricongiungimento familiare, possono impedire che i bambini e adolescenti muoiano durante il loro viaggio verso l’Europa. «Ci aspettiamo che l’Italia giochi un ruolo centrale nelle consultazioni europee per il Patto Asilo e Migrazione, garantendo il giusto spazio alla protezione e accoglienza di minori, neomaggiorenni e nuclei familiari con bambini – conclude Milano -. Auspichiamo, inoltre, che la Legge Zampa possa essere di ispirazione per la costruzione di un sistema di protezione europeo che consideri i minori non accompagnati soprattutto e innanzitutto minori, e non una componente incidentale della gestione delle politiche migratorie».

Al contempo, ancora le parole di Milano, «è essenziale che l’Italia dia piena attuazione a questa innovativa legislazione, emanando al più presto i decreti attuativi mancanti e rendendo omogenea la prassi delle istituzioni territoriali, tra cui Questure e Prefetture, come richiesto a giugno dal report “Superando le barriere”. Un investimento sull’integrazione dei minori migranti e un’attenzione specifica al delicato momento del passaggio alla maggiore età dovrebbero ispirare tanto le politiche europee quanto quelle nazionali, affinché nessuno, in questo momento cruciale per il nostro continente, sia lasciato indietro».

3 settembre 2020