Save the Children: in Nepal 2 milioni i minori colpiti

Ripari, kit igienici, materiali di prima necessità e kit per neonati: questi gli aiuti in distribuzione. Per i più piccoli il rischio è l’ipotermia

Ripari, kit igienici, materiali di prima necessità e kit per neonati: questi gli aiuti in distribuzione. Per i più piccoli il rischio è l’ipotermia

C’è bisogno urgente di acqua potabile, in Nepal, di cibo, generi per il riparo e medicine. Gli aiuti stanno cominciando ad affluire ma sono ostacolati dai gravi danni subiti dalle infrastrutture. Il terremoto che sabato 25 aprile si è abbattuto sul Paese infatti ha colpito 30 distretti su 75, soprattutto nella regione occidentale e centrale. «Si stimano in quasi 2 milioni i minori che hanno bisogno di aiuto». La denuncia arriva dagli operatori di Save the Children, che in questi giorni stanno raggiungendo l’area circostante Kathmandu per unìanalisi della situazione e una valutazione dei danni e delle necessità. Al momento infatti, informano, «le comunicazioni all’interno del Paese sono difficili e non sono ancora disponibili informazioni dettagliate sull’impatto del terremoto e sulla scala dei bisogni della popolazione».

Molte le case danneggiate o distrutte. Ma anche quelle agibili restano vuote: «La gente è troppo spaventata per rientrarvi, dopo la serie di forti scosse». Migliaia di bambini e famiglie stanno dormendo in strada e in accampamenti di fortuna a Kathmandu e nelle altre aree colpite dal sisma, nonostante le fredde temperature notturne e le forti piogge. «Siamo particolarmente preoccupati per i bambini più piccoli che, per il forte freddo, sono esposti al rischio di ipotermia», dichiara Roger Hodgson, vice direttore Save the Children in Nepal. L’organizzazione lancia l’allarme sull’urgente bisogno di medicinali per gli ospedali e per le strutture mediche che stanno lottando allo stremo per soccorrere tutti i feriti. «Bisogna assolutamente portare aiuti alle giovani madri, ai neonati, ai bambini, con una particolare attenzione alle comunità più vulnerabili», aggiunge Hodgson.

Lanciato intanto un massiccio intervento di soccorso attraverso un team di operatori specializzati. Voli carichi di aiuti stanno arrivando da tutto il mondo, inclusi Filippine e Dubai da cui sono in arrivo teloni che possono essere utilizzati come riparo d’emergenza, kit igienici e kit per l’acqua potabile. Ancora, convogli di Save the Children con tende, kit igienici e kit con generi di prima necessità per le famiglie sono stati spediti dai magazzini di Birgunj e Birathnagar e stanno raggiungendo Kathmandu per essere distribuiti nelle prossime ore. «I bambini più piccoli – rileva il vice direttore dell’organizzazione in Nepal – sono i più vulnerabili in una situazione di emergenza e per questo Save the Children provvederà a fornire anche 2mila kit per neonati delle aree di Bhaktapur e Sindhupalchok, per assistere le mamme e i loro bambini appena nati». L’obiettivo è fornire attrezzatura «per la risposta in emergenza» a ciascuno degli oltre 500 operatori esperti di Save the Children presenti al momento nel Paese, spiega dal Nepal Brad Kerner.

Contribuire è semplice: con 7 euro si può donare una tanica per trasportare e conservare acqua pulita; con 14 un kit igienico che include beni primari come sapone, shampoo, spazzolino, dentifricio, una bacinella e un asciugamano. Corde e tela cerata per la costruzione di un riparo temporaneo si possono acquistare donando 28 euro, mentre con 35 si può offrire un kit da cucina che contiene pentole, posate, tazze e piatti.
Per sostenere l’aiuto di Emergenza di Save the Children in Nepal:  numero verde 800988810, www.savethechildren.it/nepal.

28 aprile 2015