Santos: la guerra è «il fallimento della politica»
Il presidente emerito della Colombia ha ritirato il premio Achille Silvestrini per il dialogo e la pace, raccontando l’esperienza dell’accordo raggiunto con le Farc, 7 anni fa
«Solo il dialogo costruisce la possibilità di un futuro di pace. Perché solo il dialogo è in grado, eventualmente, di avvicinare i nemici e far sì che si siedano a un tavolo per costruire una via d’uscita diversa per le proprie divergenze. Quando rinunciamo al dialogo, rinunciamo alla pace». È risoluto il presidente emerito della Repubblica di Colombia Juan Manuel Santos. Ha personalmente sperimentato la potenza del dialogo. Premio Nobel per la pace nel 2016 per aver raggiunto un accordo con le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), ha sempre sostenuto che non si vince mai con le armi ma solo se si vede anche nel nemico un essere umano con il quale dialogare. Lo ha ribadito venerdì 20 ottobre, ritirando il Premio internazionale Achille Silvestrini per il dialogo e la pace assegnatogli a Villa Nazaret dall’omonima associazione culturale.
La guerra è, «in modo puro e semplice, il fallimento della politica», ha affermato l’ex presidente colombiano elencando i tanti conflitti che scuotono il mondo, cominciando dal «cruento attacco di Hamas al popolo di Israele e le dure ritorsioni che lo hanno seguito», la guerra in Ucraina, le violenze in Siria, Libia, Yemen. Rappresentano «la violazione sistematica dei diritti umani da parte di governanti autoritari – ha proseguito -. Dietro ogni missile, ogni granata, ogni attacco e ogni contrattacco, si rileva un denominatore comune: la rinuncia al dialogo, la mancanza di persistenza e di fiducia nella sua capacità di risolvere conflitti, per quanto antichi siano. Quando si chiudono i tavoli di negoziazione, si interrompono i canali diplomatici, si respingono le voci dei moderati, crescono lo sconforto, l’ira e l’impotenza, e in ultimo sono gli estremisti quelli che prendono il controllo».
Dopo sette anni, l’accordo di pace in Colombia resiste. «Non senza inciampi», ha aggiunto Santos, specificando con soddisfazione che oltre il 90 per cento degli ex combattenti ha mantenuto l’impegno al disarmo. Rivolgendosi agli studenti del collegio universitario Villa Nazareth ha evidenziato che la pace nel mondo si costruisce partendo da quella interiore di ognuno e che per “pace” non intende solo l’assenza di conflitti tra gli uomini. «Dobbiamo fare pace con la natura – ha dichiarato dopo aver ricordato gli ammonimenti di Papa Francesco nell’enciclica Laudato sì e nell’esortazione apostolica Laudate Deum -. Oggi paghiamo le conseguenze della nostra negligenza – ha rimarcato -, mentre i leader mondiali, anziché far fronte con serietà a questa emergenza, continuano a essere assorbiti da corse agli armamenti suicide e contese finalizzate al potere e al territorio».
In un messaggio indirizzato agli organizzatori il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lodato la prima edizione del premio promosso nel centenario della nascita del cardinale Achille Silvestrini, nato il 25 ottobre 1923 e morto il 29 agosto 2019. «In un contesto internazionale ancora drammaticamente segnato da conflitti di diversa natura – scrive il capo di Stato -, l’iniziativa odierna invita a un’opportuna riflessione sulla costruzione della pace in seno alle nostre società. L’esperienza colombiana ne offre un esempio concreto».
Il collegio universitario Villa Nazareth fu fondato dal cardinale Domenico Tardini, poi diretto dal cardinale Silvestrini – per oltre 30 anni al servizio della Segreteria di Stato – e attualmente è guidato dal cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, per il quale la cerimonia arriva in un «momento appropriato per la situazione internazionale che viviamo con profonda preoccupazione. Abbiamo bisogno di persone coraggiose che sappiano andare contro corrente e costruire la pace là dove è messa in pericolo. Tante persone nel loro quotidiano, a diversi livelli e con diverse responsabilità, sono costruttori di pace. Che questo momento ci sia di stimolo per diventare artefici di pace ad iniziare da noi stessi», l’auspicio.
L’Associazione culturale Premio internazionale Achille Silvestrini per il dialogo e la pace è stata fondata nel dicembre 2022 allo scopo di assegnare un riconoscimento a una personalità internazionale che si è distinta nel farsi promotrice di una cultura di pace. È presieduta dal cardinale Edoardo Menichelli, il quale ha ricordato che il cardinale Silvestrini «nel suo pluridecennale servizio per la Santa Sede, nel suo ministero sacerdotale, nel suo magistero con la Comunità Domenico Tardini, ha insegnato e testimoniato i valori dell’ascolto, del dialogo, della pace, della cultura e del servizio nutriti dal Vangelo». Da venerdì è in libreria “Il cardinale Silvestrini. Dialogo e pace nello spirito di Helsinki” edito da Libreria Editrice Vaticana, curato da Carlo Felice Casula professore emerito a Roma Tre, e da Pietro Sebastiani già ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede.
23 ottobre 2023