Sant’Eusebio all’Esquilino, una storia lunga 130 anni

Le celebrazioni al via il 27 settembre con il vescovo Libanori. L’8 dicembre la chiusura, con De Donatis. Il parroco don Bonicalzi: «Un rinnovamento continuo»

Centotrent’anni di storia e una presenza costante nel cuore di Roma. Da domenica 27 settembre prendono il via i festeggiamenti per l’anniversario della parrocchia di Sant’Eusebio all’Esquilino, che affacciandosi su piazza Vittorio è immersa in una realtà storica e multiculturale senza eguali nell’Urbe. «L’anniversario – racconta il parroco don Sandro Bonicalzi – ci porta a vivere un rinnovamento continuo, anche di fronte alle circostanze della vita e del mondo che cambia, come è cambiato il quartiere. Da zona di campagna a porta d’ingresso della città, fino a vivere le guerre e diventare la zona più multiculturale della Capitale».

Tra gli eventi più importanti ci sono le celebrazioni di inizio e fine dei festeggiamenti, rispettivamente il 27 settembre, con la presenza del vescovo ausiliare Daniele Libanori, e l’8 dicembre con il cardinale vicario Angelo De Donatis, sempre alle 10.30. Nelle settimane che verranno si toccheranno invece più aspetti tematici. «Il primo filone – spiega don Bonicalzi – riguarderà la presentazione di due libri, uno sui parroci e l’altro sulla storia della chiesa, che ha inizio fin dall’epoca romana». Tra il III e IV secolo, infatti, in alcuni locali sottostanti l’attuale struttura, Eusebio, un presbitero romano, aprì un oratorio che fu ampliato nei secoli successivi. La chiesa fu poi ristrutturata più volte, venendo affidata ai Celestini prima e ai Gesuiti poi, fino ad arrivare al clero secolare.

Un altro filone riguarderà «i pellegrinaggi e in particolare – prosegue il parroco – un evento con i giovani, per ripercorrere i passi di san Filippo Neri e la visita alle sette chiese». Un altro aspetto, ancora, sarà la riscoperta delle figure di santità del territorio o legate alla parrocchia, come Celestino V, proprio per ricordare la presenza dei suoi monaci. Infine, un terzo filone si concentrerà sull’ “abitare la città”, con una serie «di incontri con le famiglie e le diverse culture che animano questa zona». Anche in questo caso si pensa, Covid permettendo, ad una raccolta fondi e un pellegrinaggio nei luoghi più iconici del quartiere.

Il quartiere dell’Esquilino rappresenta infatti una realtà molto particolare per l’intera città. «La parrocchia – spiega don Bonicalzi – è molto piccola e non abbiamo i grandi numeri che ci aspetta da una metropoli. Moltissimi appartamenti sono abitati da famiglie di stranieri e migranti e da persone non cattoliche. Spesso quindi – sottolinea – il nostro lavoro è di stare accanto a queste realtà, per instaurare un dialogo proficuo e costruttivo e una convivenza che faccia crescere tutti». Nel territorio, molte le famiglie «in povertà», riferisce ancora il sacerdote, per le quali in parrocchia è attiva la Caritas. Frequenti anche le raccolte alimentari, così come le visite nelle case. In più, «ogni anno, e anche questo, nonostante la pandemia, si organizza un centro estivo per i ragazzi. Non è facile – conclude il parroco – rapportarsi a chi dal punto di vista lavorativo e culturale ha visioni anche molto diverse,ma devo dire che sono tanti gli esempi di persone che si sono integrate benissimo e che anzi spesso aiutano i più anziani e chi ha bisogno».

25 settembre 2020