Sant’Eusebio all’Esquilino: una monografia racconta l’incontro tra culture

Continuano i festeggiamenti per i 130 anni della comunità: la presentazione del volume a cura di Francesco Muleo, con la presentazione del vescovo Ruzza. Il parroco don Bonicalzi: «Valorizzare la storia di questa chiesa significa valorizzare la propria casa»

Un simbolo di multiculturalismo e integrazione, ma anche di storia e cambiamenti. È la parrocchia di Sant’Eusebio all’Esquilino, che, sulla scia dei festeggiamenti dello scorso dicembre, continua a ricordare i suoi 130 anni di vita. Per l’occasione è stato presentato ieri pomeriggio, 23 febbraio, il volume “Sant’Eusebio all’Esquilino. La chiesa e il suo paesaggio dall’età arcaica ad oggi”, a cura di Francesco Muleo, con la direzione scientifica dello stesso Muleo e di Antonio Federico Caiola, edito da Elio de Rosa editore. «Il libro – spiega Muleo – vuole valorizzare la chiesa con il racconto degli strati archeologici presenti nei sotterranei, ma anche con i cambiamenti architettonici e paesaggistici».

Inizialmente prevista per dicembre, la pubblicazione ha visto la luce in queste ultime settimane a causa dei rallentamenti dovuti alla pandemia. «Il volume – racconta Francesco Muleo – colma una grande lacuna perché Sant’Eusebio è la sola chiesa con titolo cardinalizio a non avere un volume monografico». I curatori del libro, dunque, sono partiti da zero, con «la ricerca diretta delle fonti e utilizzando moltissime foto, visto il carattere artistico e architettonico della struttura». Tra gli obiettivi anche quello di «non trattare Sant’Eusebio solo come una chiesa – sottolinea Muleo – ma trasformarla in un oggetto vivente, raccontando i mutamenti del paesaggio circostante».

Il testo, con la presentazione del vescovo di Civitavecchia-Tarquinia Gianrico Ruzza, già ausiliare di Roma per il settore centro, racconta l’Esquilino e il contesto del quartiere in età romana, i dettagli dei sotterranei e successivamente la storia dalla fondazione del titulus paleocristiano fino al XIII secolo. Un capitolo, invece, è dedicato a Celestino V e all’Ordo Celestinorum, prima di lasciare spazio alla descrizione della chiesa, del monastero e del paesaggio fino ai giorni nostri. Gli ultimi capitoli, infine, sono dedicati ai lavori di restauro.

«Questa occasione – racconta il parroco don Sandro Bonicalzi – è un motivo in più per scoprire la storia di un quartiere in costante cambiamento e infatti il volume è stato fortemente voluto dalla comunità parrocchiale. Nonostante le diverse fedi che animano la zona – spiega il sacerdote – abbiamo un grande senso di appartenenza e valorizzare la storia di questa chiesa significa valorizzare la propria casa». Un multiculturalismo, quello di Sant’Eusebio, presente già nell’antichità, come emerge dall’opera. «Le fonti che abbiamo analizzato – conclude Francesco Muleo – ci hanno fatto scoprire preziose contaminazioni tra culture già in epoca imperiale. Un aspetto fondamentale per leggere meglio il presente in cui viviamo».

24 febbraio 2021