Sant’Egidio: la didattica a distanza genera disuguaglianze

Un rapporto della Comunità. Il presidente Impagliazzo: non garantito pienamente diritto allo studio. La proposta: scuola d’estate su base volontaria

Una scuola nei mesi estivi su base volontaria per i bambini più vulnerabili, con bisogni educativi speciali o con disabilità accertate per porre rimedio alla povertà educativa generata dalla pandemia da coronavirus ed evitare la dispersione scolastica quando si tornerà sui banchi. È l’appello lanciato da Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, durante una videoconferenza dal titolo “Una scuola per tutti” svoltasi nella mattina di oggi, venerdì 15 maggio. La didattica a distanza resa necessaria dal Covid-19 sta generando gravi disuguaglianze a livello educativo e «molti bambini non hanno goduto pienamente del diritto allo studio», ha spiegato Impagliazzo.

didattica a distanza, bambini elementari, scuola, covid-19, coronavirusPer questo insegnanti, docenti, dirigenti scolastici, educatori, dipendenti delle cooperative sono invitati dalla Comunità di Trastevere a offrirsi volontari «per colmare il gap che si è creato tra chi è riuscito ad andare avanti con il programma di studio e chi è rimasto indietro, affinché la scuola sia il luogo di cura e di attenzione verso tutti i bambini». Dal presidente un plauso agli educatori per la creatività introdotta in questi mesi a pochissime ore dal lockdown e per gli sforzi fatti per il prosieguo dei programmi di studio. Ma purtroppo non tutti i bambini sono stati raggiunti in egual misura.

Uno studio promosso da Sant’Egidio ha coinvolto 800 alunni romani dai 6 ai 10 anni – alcuni dei quali frequentanti la “Scuola della Pace” della Comunità – residenti in 27 quartieri di Roma, dal centro alla periferia, e iscritti in 44 scuole primarie. È emerso che a marzo e a aprile il 61% dei piccoli intervistati (quasi due su tre) non ha ancora fatto lezione online. «Ad alcuni di questi alunni sono stati assegnati compiti senza spiegazioni comunicati tramite registri elettronici o WhatsApp – ha proseguito Impagliazzo -. Laddove non c’è una famiglia in grado di supportare questo insegnamento – pensiamo ai genitori stranieri che non parlano l’italiano – il disagio per i bambini è stato enorme».

bambini didattica a distanzaTra gli alunni che svolgono didattica a distanza per massimo due ore giornaliere, l’11% si relaziona con i maestri una volta a settimana, il 49% due volte a settimana, il 28% tre volte, il 9% quattro e il 2% cinque volte a settimana. L’8% dei bambini iscritti alla scuola primaria non ha più avuto contatti con i docenti dall’inizio del lockdown. «L’Italia è fra i Paesi europei con il più alto tasso di dispersione scolastica pari al 14,5%, a fronte di una media europea del 10,6% – ha detto Impagliazzo -. Questo dato mette in luce il rischio di un consistente aumento dell’abbandono delle aule». Tra l’altro solo il 5% dei bambini ha ricevuto un pc o un tablet dalla scuola e solo il 60% del campione intervistato ha avuto comunicazione in merito alla possibilità di richiederlo.

Per evitare di allargare la forbice di disuguaglianza culturale e di creare studenti di serie A e di serie B, Impagliazzo propone una scuola a giugno, luglio e agosto, per bambini suddivisi in piccoli gruppi – per evitare assembramenti – ai quali gli educatori, «su base volontaria», possano fare lezione. L’invito rivolto a Governo e Comuni è quello di aprire «tutti gli spazi possibili come le palestre, i cortili e i giardini dei plessi scolastici, i giardini e le ville comunali, le parrocchie, le biblioteche, dove i bambini possano riunirsi con un educatore per recuperare il tempo perduto in questa situazione di emergenza.

Il pieno diritto allo studio deve essere garantito a tutti specie ai più poveri e più vulnerabili», ha detto Impagliazzo. Mettendo a disposizione aree comunali all’aperto «i sindaci potrebbero riscoprire il ruolo attribuito loro dal Codice civile che indica la figura del primo cittadino come responsabile della certezza dell’obbligo di istruzione». Il presidente della comunità di Trastevere ha inoltre auspicato l’istituzione di presìdi all’interno dei plessi scolastici per assistere i bambini che lo necessitino e centri estivi che offrano proposte educative e didattiche.

15 maggio 2020