Sant’Egidio: «Inaccettabile l’ennesima strage nel Mediterraneo»

L’esortazione a introdurre la possibilità di ingresso per motivi umanitari concessa agli ucraini «anche ai profughi di altri conflitti in corso, alcuni dei quali durano da anni, come in Siria»

«È inaccettabile continuare ad assistere a queste stragi del mare senza cambiare le regole in vigore e, tra l’altro, lasciando che i sopravvissuti vengano rispediti in Libia, dove tutti sanno in quali condizioni sono detenuti». Dalla Comunità di Sant’Egidio commentano con queste parole la notizia dell’ultimo strage consumata nel Mediterraneo, dove all’alba di sabato 2 aprile sono stati ritrovati gli unici 4 superstiti di un gommone naufragato nel tentativo di raggiungere l’Europa. A bordo c’erano circa 100 persone. «Come ha ricordato oggi Papa Francesco – scrivono in una nota -, occorre non restare indifferenti e “riconoscere i bisogni di quanti lottano tra le onde del mare, sbattuti sulle rocce di una riva sconosciuta”».

Da Sant’Egidio, l’indicazione di alcune priorità. «Prima di tutto l’Europa deve riprendere le operazioni di soccorso e di salvataggio di chi rischia la vita nel Mediterraneo. In secondo luogo – prosegue l’elenco – vanno superati i criteri di Dublino che penalizzano fortemente i Paesi di prima accoglienza. In terzo luogo, mentre tutta l’Unione europea ha deciso giustamente di concedere una protezione temporanea a tutti gli ucraini che fuggono dalla guerra, occorre urgentemente assumere nuove politiche che introducano la possibilità di ingresso per motivi umanitari anche ai profughi di altri conflitti in corso, alcuni dei quali durano da anni, come in Siria», è il riferimento all’attualità della guerra in Europa.

In questo senso, l’esperienza dei corridoi umanitari che la Comunità porta avanti dal 2016 con diversi partner, in Italia ma anche in Belgio, Francia e Andorra – attraverso i quali sono arrivate in Europa oltre 4.500 persona -, dimostra «la possibilità concreta non solo di accogliere ma di potere integrare». Per questo, è necessario anche «stabilire quote più ampie per ingressi regolari per motivi di lavoro, come richiedono ormai da tempo molti imprenditori nel settore agricolo come in quello industriale e dei servizi alla persona – rilevano ancora da Sant’Egidio -. In assenza di nuove politiche sull’immigrazione saranno inevitabili nuove tragedie del mare e nel deserto africano», è la conclusione della nota.

4 aprile 2022