Sant’Egidio, in prima linea per una città più solidale

Dal 1976 il lavoro della Comunità accanto ai bambini, anziani, migranti, ragazzi disabili e senza dimora. Da qualche tempo 5 anziani vivono insieme in una casa comune: «Il cohousing è il presente e il futuro»

«Erano gli anni ‘60 e a Roma erano oltre 70 mila le persone prive di casa – spiega Rinaldo Piazzoni, tra i responsabili della Comunità di Sant’Egidio a Ostia –. Tra il ‘75 e il ‘76 l’amministrazione sistemò le famiglie di baraccati nelle case popolari. Ad Ostia prese in affitto le case dal costruttore Armellini». Tra le famiglie, provenienti dalle baracche dell’Acquedotto Felice, anche una piccola comunità di suore di Madre Teresa di Calcutta. «Sono state loro a chiederci di sostituirle nello scantinato che avevano avuto a via Baffigo, Nuova Ostia. Avevano attivato un asilo ma volevano tornare a Roma, tra i più poveri». Un invito accolto: «Non c’era l’asfalto, né luce – ricorda Piazzoni –. I bambini erano tanti. I genitori, quando avevano un lavoro, erano a Roma». La Comunità porta avanti l’asilo, «non solo per offrire un luogo in cui lasciarli, ma in cui educarli».

Sono loro il “gancio” per incontrare i fratelli maggiori. L’asilo funzionava fino alle 16 poi diventava doposcuola, la “Scuola della pace”, ancora oggi operativa. Poi, passando porta a porta, la ricerca degli anziani del quartiere. Un carisma quanto mai attuale quello della Comunità che a Ostia anima anche momenti di preghiera. Due le Messe celebrate: la domenica alle 11.30 a Lungomare Toscanelli – alle 19 in estate –, l’altra a via Baffigo, sede storica della Comunità, alle 10.30, da settembre a giugno. «Oggi Ostia è una città, non solo un quartiere di Roma, con i suoi 250 mila abitanti, hinterland compreso». Nuclei della Comunità sono presenti ad Ostia, Acilia, Dragona, Parco Leonardo, Casal Palocco, Malafede, Casal Bernocchi.

«Resta il problema di tutte le periferie, che vede qui la presenza, accanto ai poveri delle parrocchie, della Caritas, in sinergia con associazioni e movimenti». La Comunità offre una scuola di italiano gratuita per gli stranieri, assistenza ai senza fissa dimora, sostegno ai ragazzi disabili con un laboratorio di arte contemporanea in via Baffigo. «Abbiamo inaugurato venerdì una piccola convivenza tra persone disabili – spiega ancora Piazzoni –. Sarebbero finite altrimenti in istituto». Con i giovani delle scuole, studenti di liceo ed università, è accanto ai bambini, mentre gli adolescenti, i Giovani per la pace, sono impegnati nella sensibilizzazione nelle scuole e vanno a visitare gli anziani negli istituti o a casa. «Ne conosciamo tanti che vivono da soli, li seguiamo ed aiutiamo».

Da qualche tempo, grazie a Sant’Egidio, cinque anziani vivono insieme in una casa comune: «Il cohousing è il presente e il futuro». L’impegno è costruire una società solidale: «Qui c’è tanta gente che vuole aiutare i poveri» affiancandosi a qualche centinaio di volontari della Comunità. «Come ha indicato Papa Francesco – conclude Piazzoni –, vogliamo essere una Comunità in uscita che incontra i poveri e la solitudine di tanti e costruisce un mondo solidale per tutti. In Italia nascono sempre meno bambini, gli stranieri sono una risorsa. Abbiamo attivato corridoi umanitari in Siria ed Etiopia. Vanno accolti ed aiutati ad integrarsi, dai bambini agli adulti, dalla lingua al lavoro, alle relazioni, per una società giusta, un futuro insieme, possibile per tutti».

 

28 maggio 2018