Sant’Egidio, firmato accordo per «cessazione ostilità» in Sud Sudan

La Dichiarazione di Roma sottoscritta anche dai rappresentanti dell’opposizione. Lo stop ai conflitti dal 15 gennaio. «L’inizio di un dialogo inclusivo»

La «cessazione delle ostilità» a partire dalla mezzanotte del 15 gennaio 2020 e l’inizio di un «dialogo inclusivo». Questi i termini della “Dichiarazione di Roma sul processo di pace in Sud Sudan” siglata ieri, 13 gennaio, a Roma grazie alla mediazione della Comunità di Sant’Egidio. A firmare l’accordo, i delegati del governo sud sudanese del presidente Salva Kiir Mayardit e i leader del Ssoma, l’organizzazione che riunisce tutti i movimenti di opposizione che non avevano aderito all’accordo di pace di Addis Abeba. Hanno partecipato alle trattative anche rappresentanti dell’opposizione che hanno firmato l’accordo di pace (Splm/Io e Ndm) e alcuni osservatori internazionali.

Nella conferenza stampa seguita alla sigla dell’accordo, a nome della Comunità di Sant’Egidio Paolo Impagliazzo lo definisce «un documento di grande importanza» perché «per la prima volta tutti si impegnano alla cessazione delle ostilità, all’avvio di un dialogo politico per il cessate il fuoco e all’accesso delle organizzazioni internazionali umanitarie all’interno del Paese per alleviare le sofferenze della popolazione civile». Sullo sfondo, le parole e i gesti simbolici spesi da Papa Francesco per la pace nel giovane Paese. Il delegato del governo Barnaba Marial Benjamin infatti lo ha ringraziato il Papa per quel gesto dello scorso aprile, a Roma, quando si inginocchiò a baciare i piedi di tutti i leader sudsudanesi per chiedere la pace. «È stato un ottimo esempio per la nostra gente», ha detto, ricordando che il Sud Sudan spera di accogliere finalmente il Papa per l’annunciata ma ancora non confermata visita apostolica. «Come Roma non è stata costruita in un giorno – ha continuato -, anche la pace dovrà consolidarsi. L’inclusività di tutte le parti dovrà essere la pietra angolare della Repubblica del Sud Sudan».

Si è rivolto al Papa anche Pa’gan Amum Okiech, membro della leadership del Ssoma e presidente ad interim del Real-Splm, i movimenti di opposizione che non avevano firmato i precedenti accordi: «Vogliamo dirgli che ci vergogniamo per aver causato questa guerra e non essere stati capaci di raggiungere la pace nonostante il suo appello». Stavolta invece alla base dell’intesa raggiunta, spiegano, «c’è stato l’accordo rispetto alle radici di tutti i problemi: vogliamo un Paese fondato sulla cittadinanza paritetica e lo Stato di diritto».

14 gennaio 2020