Cita le parole di Pio XII alla vigilia della seconda guerra mondiale, monsignor Gallagher, per ribadire che «niente è perduto con la pace, tutto è perduto con la guerra». E ricorda i più importanti e drammatici focolai di guerra nel mondo: lo Yemen, dove è in atto «una catastrofe umanitaria di proporzioni apocalittiche»; la Siria, dove «la tragedia della guerra continua a crescere di giorno in giorno», che richiede «un cessate il fuoco immediato» e dove «il tavolo di negoziazione dell’Onu è l’unica precondizione per il rispetto dei diritti umani e dei principi di accesso all’assistenza». E ancora, le «divisioni politiche e l’instabilità» in Venezuela, con la sua crisi umanitaria, e le «complesse tensioni politiche e diplomatiche» nella penisola arabica, fino al Medio Oriente, dove è sempre più necessario garantire la coesistenza pacifica dei due Stati, e alla necessità di porre fine alle violenze nella Repubblica democratica del Congo e nella Repubblica Centrafricana.

A tutti questi focolai di guerra Gallagher aggiunge anche l’altro «conflitto silenzioso» che si consuma nel mondo: quello del narcotraffico, che genera «forme di corruzione» capaci di insinuarsi in ogni branca della società, mettendo a rischio la «credibilità delle nostre istituzioni». Infine, una notazione sul terrorismo, che richiede «misure più coese e coerenti» a livello internazionale.

Sul tema del disarmo è intervenuto oggi anche Papa Francesco, affidando a un tweet l’invito a impegnarsi «per un mondo senza armi nucleari, applicando il Trattato di non proliferazione per abolire questi strumenti di morte».

26 settembre 2017