Francesco apre la Porta Santa di Santa Maria Maggiore

Il Papa ha aperto la Porta Santa della basilica liberiana. Al termine della Messa, la preghiera all’immagine di Maria Salus Populi Romani

Il Papa ha aperto la Porta Santa della basilica liberiana. Al termine della Messa, la preghiera all’immagine di Maria Salus Populi Romani

«Apri ancora una volta la Porta della tua misericordia». Con queste parole Francesco ha aperto la Porta Santa della quarta basilica papale, Santa Maria Maggiore. Opera dello scultore bolognese Luigi Enzo Mattei, unico vivente tra gli artisti autori delle Porte Sante, è la quinta dell’Anno giubilare, iniziato il 29 novembre a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana. Le altre tre porte sono state aperte a San Pietro (l’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione e inizio ufficiale del Giubileo della Misericordia), a San Giovanni in Laterano (13 dicembre) e all’ostello della Caritas intitolato a Don Luigi Di Liegro a Termini (18 dicembre).

«Chi non sa perdonare non ha ancora conosciuto la pienezza dell’amore», così il Papa durante l’omelia nel giorno della solennità di Maria Santissima Madre di Dio, che coincide con la 49esima Giornata mondiale della Pace. Francesco ha invitato tutti a riferirsi a Maria come Madre della Misericordia e ad «immergersi nell’amore di Dio con piena fiducia e senza alcun timore». Ricordando l’inno mariano, il Papa si è rivolto a Maria anche come «Madre della speranza e Madre della grazia, Madre piena di santa letizia». Francesco ha indicato come Maria «insieme a noi, si fa pellegrina per non lasciarci mai soli nel cammino della nostra vita, soprattutto – ha aggiunto il Papa- nei momenti di incertezza e di dolore».

E ancora, ha spiegato Francesco, «ai piedi della Croce, Maria vede il suo Figlio che offre tutto sé stesso e così testimonia che cosa significa amare come ama Dio. Così Maria è diventata per tutti noi Madre del perdono. Lei stessa – ha sottolineato il pontefice – sull’esempio di Gesù e con la sua grazia, è stata capace di perdonare quanti stavano uccidendo il suo Figlio innocente».

Da qui l’invito: «Attraversiamo la Porta Santa della Misericordia con la certezza della compagnia della Vergine Madre, la Santa Madre di Dio, che intercede per noi. Lasciamoci accompagnare da lei per riscoprire la bellezza dell’incontro con il suo Figlio Gesù. Spalanchiamo il nostro cuore alla gioia del perdono – ha aggiunto – consapevoli della fiduciosa speranza che ci viene restituita, per fare della nostra esistenza quotidiana un umile strumento dell’amore di Dio».

Poi, ancora parole sul perdono, parola chiave di questo Giubileo: «La forza del perdono è il vero antidoto alla tristezza provocata dal rancore e dalla vendetta. Il perdono apre alla gioia e alla serenità perché libera l’anima dai pensieri di morte, mentre il rancore e la vendetta sobillano la mente e lacerano il cuore togliendogli il riposo e la pace».

Terminata la Messa, il Papa ha reso omaggio all’icona di Maria Salus Populi Romani, custodita in una cappella della basilica. Da quando è vescovo di Roma, Bergoglio l’ha visitata oltre venti volte, la prima fu il giorno dopo la sua elezione a pontefice, il 14 marzo 2013. L’ultima volta è stata il pomeriggio dell’8 dicembre scorso, dopo l’apertura della Porta Santa in San Pietro e la tradizionale visita alla statua dell’Immacolata nel centro di Roma. Di solito Francesco va a Santa Maria Maggiore prima e dopo i suoi viaggi all’estero. Quell’immagine sacra è sempre stata cara ai Gesuiti (sant’Ignazio celebrò la sua prima Messa proprio a Santa Maria Maggiore) e ai Pontefici: Pio XII le rese omaggio quando proclamò il dogma dell’Assunta nel 1950, e quell’icona era presente a Tor Vergata, nell’agosto del 2000, per la Giornata mondiale della gioventù, in quella occasione Giovanni Paolo II volle affidarla ai giovani insieme alla croce.

Infine un piccolo fuori programma, dopo la Messa il Papa è uscito fuori dalla basilica per salutare i numerosi fedeli presenti sul sagrato. «Buona sera – ha detto – questa è una bella serata», ha chiesto di ringraziare insieme la Madre di Dio augurando a tutti «un buon anno, pieno della misericordia di Dio che perdona tutto».

 

4 gennaio 2016