«Santa Cecilia, la risposta dei giovani»

Intervista al presidente-sovrintendente Michele dall’Ongaro. Tante le iniziative per gli under 20. Intanto crescono gli incassi: + 42%. Il futuro? Il debutto della nuova stagione con “Tosca”, i concerti nelle chiese, progetti innovativi nel segno dell’inclusione. «Fondamentale l’aspetto divulgativo»

La nuova era dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con la nomina del direttore musicale Daniel Harding, è già realtà: tra concerti nei luoghi sacri in vista del Giubileo, solisti internazionali e progetti artistici innovativi sempre all’insegna dell’inclusione, il presidente-sovrintendente Michele dall’Ongaro ci racconta la stagione in arrivo.

La stagione appena trascorsa ha segnato volumi importanti e ovunque i consumi culturali sono tornati agli anni pre-pandemia. Questo nonostante un aumento sensibile dell’uso delle piattaforme online. Com’è andata per Santa Cecilia?

Dal 2019 a oggi sono cambiate tante cose, secondo i dati Siae e Agis la pandemia ha decimato il pubblico degli spettacoli almeno fino al 2022 con una flessione di centinaia di migliaia di persone in Italia per le Fondazioni lirico-sinfoniche. Riempire l’Auditorium Parco della Musica, circa 3mila posti, uno dei più grandi del mondo, richiede piani di promozione importanti. I risultati della stagione 2023-2024 ci hanno premiato: un incremento del fatturato di 2,5 milioni di euro rispetto al 2022 con un incremento di biglietti venduti pari al 27 per cento e con un aumento di incassi del 42%. Abbiamo avuto 18 spettacoli sold out, finora, nel 2024. Siamo estremamente soddisfatti!

A inizio giugno ha presentato la nuova stagione 2024-2025 e il nuovo direttore Harding. Che tipo di scelte avete effettuato nella programmazione? A quale pubblico vi state rivolgendo?

Le linee editoriali sono già in essere ma dal 21 ottobre prossimo il debutto vero e proprio della nuova stagione sarà l’opera “Tosca” in forma di concerto, con Eleonora Buratto al suo debutto italiano. Tante le novità. Iniziamo con il rapporto di esclusiva con la Deutsche Grammophon, etichetta storica della musica classica. Con loro registreremo la Messa da Requiem di Verdi nella basilica di San Paolo fuori le Mura con il nostro Coro. Il desiderio di Harding è quello di essere presente nelle grandi basiliche romane proprio in vista del Giubileo ma non solo. Il 3 novembre alle 18 all’Auditorium Conciliazione, l’Orchestra di Santa Cecilia eseguirà la Quinta Sinfonia di Dmitrij Šostakovic. L’iniziativa è nata sull’onda di “Il Giubileo è cultura”. Un’altra novità ci porta a voler presentare l’opera con la Tetralogia di Wagner in forma semi scenica con la regia di Vincent Huguet: vogliamo trasformare l’Auditorium in una dimensione magica grazie a scenografie da fiaba, scelte coraggiose su costumi e regia.

La scelta di un artista come Daniel Harding è particolarmente significativa: è un direttore all’apice della sua carriera e non un talento in crescita, come nel passato. Inoltre un incarico che perpetua la ricerca di eccellenza che ci contraddistingue. Una ricerca che porterà da noi per la stagione i più acclamati solisti come Martha Argerich, Beatrice Rana, Lisa Batiashvili, Daniil Trifonov, Viktoria Mullova e le più eminenti bacchette come Kirill Petrenko, Gustavo Dudamel, Semyon Bychkov, Sir Antonio Pappano, Jakub Hruša, Daniele Gatti, Teodor Currentzis, Myung-Whun Chung, solo per citarne alcuni. Joshua Bell sarà artist in residence.

Ci ha parlato di strategia di promozione. A quale pubblico pensa e con quali strumenti intende raggiungerlo?

Oltre a portare i nomi più importanti dei musicisti italiani e internazionali, noi intendiamo offrire a tutti, nessuno escluso, occasioni di incontro della musica classica. La volontà di parlare sia a un pubblico di esperti che alle persone comuni è confermata anche dalla politica commerciale: abbiamo prezzi invariati da 15 anni e tante agevolazioni under 35. Qualche esempio: l’abbonamento Y consente con 10 euro, contro i 50 euro ordinari, l’accesso ai posti migliori della platea, sotto i 18 anni consentiamo l’ingresso gratuito se accompagnati da un maggiorenne che beneficia del 10% di sconto.

Per me, per noi tutti, l’aspetto divulgativo è fondamentale: me ne curo personalmente con cicli di conferenze di Puccini, ma penso anche all’adozione dei totem che negli spazi antistanti alle sale consentiranno alle persone di ascoltare un esperto che parlerà dell’esibizione, per una maggiore consapevolezza di quello che si va ad ascoltare.

Come rispondono i più giovani?

Siamo molto attenti e il nostro pubblico dei giovani risponde bene. Il ritorno di giovanissimi è un passaggio di testimone e una scoperta della tradizione musicale, della musica contemporanea. Intorno a Santa Cecilia c’è un indotto di 350mila persone tra frequentatori della biblioteca, corsi di formazione, le 5 orchestre e 12 cori per ragazzi dai 5 ai 20 anni, nonché i concerti.

Ricordo che tra le recenti novità ci sono un coro e un’orchestra amatoriali, e poi abbiamo creato una banda vera e propria (Banda Cecilia), un complesso unico che unisce tradizionalmente le generazioni, i nonni e i nipoti, i corsi di alto perfezionamento, i concerti per le donne incinte… tutto all’insegna dell’inclusione.

Di recente è stato nominato Accademico ordinario della Pontificia Accademia dei Virtuosi al Pantheon. Quali sono gli obiettivi che si pone nel futuro?

Proseguire quello che ho sempre fatto, suonare e organizzare concerti! Condividere l’emozione e la bellezza, la storia della musica classica. Fare musica significa costruire identità e comunità perché tutta l’arte è uno specchio dove si riflette la società. La musica ci aiuta anche a parlare della guerra attraverso gli artisti, strumento di diplomazia culturale dove le parole non servono, un linguaggio molto più preciso di quello parlato, senza ambiguità. Manca l’impaccio di tradurre il significato. Continuare a coltivare tutto questo è il mio sogno, del presente e del futuro.

16 luglio 2024