Sanremo, “Un ponte per” ad Amadeus: inviti obiettori russi e ucraini

L’ong cita il co-conduttore Morandi e la sua canzone contro la guerra in Vietnam: «Quel ragazzo, quei ragazzi, ci sono anche oggi. Invitateli al Festival, dategli voce»

«Caro Amadeus, hai scelto come co-conduttore delle tue serate una persona come Gianni Morandi che ebbe il coraggio di cantare una canzone contro la guerra in Vietnam: “C’era un ragazzo che come me…” Quel ragazzo, quei ragazzi, ci sono anche oggi. Sono gli obiettori di coscienza russi ed ucraini. Invitateli al Festival, dategli voce». Alfio Nicotra e Angelica Romano, co-presidenti dell’organizzazione italiana Un ponte per, lanciano l’appello in una lettera indirizzata al conduttore della 73ª edizione del Festival di Sanremo, al via la prossima settimana.

«Abbiamo appreso con favore – scrivono i due dirigenti – che nelle giornate del Festival di Sanremo si darà spazio alla terribile guerra in corso scatenata dall’invasione da parte della Federazione Russa del territorio ucraino e che sta mietendo, da quasi un anno, decine di migliaia di vittime. Non è questa la sede – precisano – per entrare nel merito dell’opportunità o meno di dare spazio, in una manifestazione televisiva seguita in tutto il mondo, al presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Ci limitiamo a constatare che Zelensky gode già di una copertura mediatica senza precedenti. Al contrario – aggiungono – ci sembra che la testimonianza, espressa a rischio della vita e della propria libertà, di migliaia di obiettori di coscienza ucraini e russi, sia stata completamente ignorata dalla televisione pubblica e dal sistema mass mediatico italiano ed europeo».

Nella lettera si legge ancora: «Dopo aver attraversato più volte il territorio martoriato dell’Ucraina con aiuti umanitari e carovane pacifiste, Un ponte per ha lanciato una campagna a sostegno dei Costruttori di pace, delle organizzazioni degli obiettori e dei movimenti pacifisti di entrambi i Paesi, per coprire le spese legali dei processi». I due co-presidenti, spiega una nota dell’ong, sostengono quindi «l’importanza di dare spazio a voci come quelle dell’obiettore russo Alexander Belik, o degli ucraini Vitaliy Vasyliovych Alekseienko e Andrii Kucher, che “nel delirio dell’isteria nazionalista scelgono di anteporre alla logica barbara delle armi il ripudio della guerra”». Si tratta, scrivono ancora Nicotra e Romano, di «ragazzi giovanissimi che rischiano la vita e la libertà, condannati da tribunali speciali per il proprio coraggio».

1° febbraio 2023