Sanità, il Lazio fuori da un inverno durato 10 anni

Nel 2018 si chiuderà la fase di commissariamento iniziata nel 2007. Il governatore Zingaretti: «Conti a posto, è aumentata la qualità delle cure». Terrinoni (Cisl Lazio): «Molte le nervature ancora scoperte»

Un inverno lungo dieci anni. È il 2007 e il buco nei conti è di due miliardi. Inizia così il commissariamento della sanità nel Lazio. Tanti soldi, spesi male. A pagare sono imprese e cittadini. Si deve rientrare. Ecco la ricetta: blocco del turnover e tassazione ai massimi livelli. Ma non solo. Si ridisegna la sanità nella regione, si accorpano le Asl, si riducono i tempi di degenza, si eliminano gli sprechi. Il disavanzo scende e nel 2018 il Lazio uscirà dal commissariamento. Conti in regola e con un segno positivo di 18 milioni. Si apre una nuova fase, un’occasione che non va persa. «Nonostante i risultati raggiunti ci sono dei nodi dolenti come la lunghezza delle liste d’attesa, la criticità dei Pronto soccorso,  l’assistenza domiciliare insufficiente”, cosi Paolo Terrinoni, segretario generale della Cisl Lazio, aprendo una tavola rotonda dal tema “La sanità nel Lazio:quale modello dopo il commissariamento”. Un dibattito a cui hanno preso parte, oltre al presidente della regione Nicola Zingaretti, Flori Degrassi, direttore generale Asl Roma 2, Tiziana Frittelli, direttore generale del Policlinico Tor Vergata e Giuseppe Quintavalle, direttore generale Asl Roma F. Hanno portato il loro contributo anche Giorgio Casati, commissario straordinario Asl Latina, Fabrizio D’Alba, direttore generale del San Camilo Forlanini e Giovanna Ventura, segretaria confederale Cisl.

«È falso dire che il Lazio è uscito dal commissariamento solo perché ha messo a posto i conti: è aumentata la qualità delle cure. Migliorano i livelli essenziali di assistenza», rivendica Zingaretti. La sanità nel Lazio ha numeri importanti. Ogni giorno sono oltre 290mila le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, oltre mille gli interventi e 130 le nascite. Secondo i dati Istat, del 2016 i cittadini assistiti dal sistema sanitario regionale sfiorano i sei milioni. Nota dolente, le sacche di sangue: ne servono di più; mentre crescono le donazioni e i trapianti di organi. La sanità nel Lazio a piccoli passi esce da un lungo inverno e i germogli si vedono. Un esempio è lo sblocco del turnover, oltre 3.500 persone, con la stabilizzazione dei precari. Per la prima volta dopo dieci anni le assunzioni a tempo indeterminato saranno maggiori dei pensionamenti. Ma non solo. «C’è anche l’abolizione dell’extra ticket. Le risorse a disposizione verranno usate per acquistare macchine sempre più tecnologiche per innalzare la qualità delle cure», dice Zingaretti.

Questo periodo di risanamento quindi non ha solo consolidato i conti ma ha cambiato la strategia. Molte le nervature ancora scoperte, come sottolinea il segretario della Cisl del Lazio Terrinoni: «Nella nostra regione un milione e ottocentomila persone rinunciano alle cure». Inoltre nella sua riflessione sollecita un maggiore sviluppo delle Case della Salute, anello essenziale per fornire prestazioni, decongestionare gli ospedali e accorciare le liste d’attese. Ancora lunga infatti la forbice tra pubblico e privato: 83 giorni di attesa, contro 5 nel privato. Sul tavolo la Cisl mette delle proposte per cambiare la sanità nella regione con il potenziamento degli ambulatori nel fine settimana e una maggior attenzione alle politiche sociali. «Sono necessari capitoli di bilancio dedicati alla non autosufficienza, alle residenze sanitarie assistenziali e all’assistenza domiciliare integrata», evidenzia Terrinoni. L’altro aspetto da non sottovalutare è l’umanizzazione delle cure. Un tema sollecitato dal giornalista Carlo Picozza che ha coordinato la tavola rotonda. «Stiamo pensando di promuovere nel nostro sito in tempo reale quante operazioni ci sono state e i loro esiti e di aprire uno sportello on line per scrivere e raccontare belle e brutte storie delle proprie esperienze con la sanità», risponde Nicola Zingaretti. Intanto si auspica che la primavera sia rigogliosa.

5 dicembre 2017