San Saba, giovani mobilitati per il tetto della chiesa

Raccolta di fondi per il progetto “Adotta una tegola”, attraverso la pagina Facebook. Già raccolti oltre 22mila euro. Da Natale l’edificio di nuovo agibile

Hanno raccolto per la loro comunità parrocchiale oltre 22mila euro. Sono quattro giovani universitari di San Saba che nel giugno scorso hanno sentito l’urgenza di fare qualcosa in più per la loro parrocchia. «Nel 2019 a causa di lavori di ristrutturazione la chiesa di San Saba è stata chiusa», spiega il vice parroco padre Alessandro Viano. «Il tetto necessitava di lavori di messa in sicurezza e ristrutturazione a causa di infiltrazioni». Un intervento importante, del costo di circa un milione di euro. «Il 40% dei lavori è stato finanziato dalla Cei, il 25% dalla Provincia euro–mediterranea della Compagnia di Gesù, il 10% dalla comunità dei Gesuiti di San Saba. Mancava il restante 25%», affidato alla comunità parrocchiale. «Ho pensato di parlarne con i ragazzi – spiega padre Alessandro -, attualmente catechisti e animatori, cresciuti in parrocchia, per capire come poter coinvolgere non solo chi frequenta ma anche altri. La basilica custodisce anche dal punto di vista storico e artistico una storia importante».

È nata così, nel giugno scorso, la campagna “Adotta una tegola”. Diecimila quelle da finanziare, per un totale di 50mila euro. «Ottimizzato il sito parrocchiale, abbiamo iniziato a rilanciare
eventi e iniziative ideate da ogni realtà della parrocchia, tramite i social». Concerti di musica barocca, di cori polifonici ma anche vendita di dolci, grigliate e momenti aggregativi. Un tam tam via Facebook, con cui sono stati raccolti oltre 1.000 euro, e tramite newsletter che ha avvicinato molti e prodotto risultati consistenti. Tantissime le donazioni, piccole, da parte di gente comune, amici di amici che tramite i social sono venuti a conoscenza dell’operazione.

A gestire la pagina Facebook è Gaia, 21 anni: «Studio biologia, frequento la parrocchia da otto anni e seguo i ragazzi che si stanno preparando alla Cresima – racconta -. La comunità di San Saba è una casa e una famiglia». Con lei Lavinia, stessa età, alla prese con gli studi in Scienze farmaceutiche: «Qui ho trovato amici e fratelli. Un luogo del cuore». Nel team anche Luca, al terzo anno di Scienze religiose, che coordina il Meg della parrocchia, e Sara, 22 anni. La parrocchia, affidata ai Gesuiti dai primi del ‘900, è un presidio di accoglienza e formazione. Da Natale la chiesa è tornata agibile, mentre proseguono i lavori di completamento del tetto. La campagna terminerà a giugno. Sul sito è possibile seguire l’andamento dei lavori.

24 febbraio 2020