San Raffaele Pisana: «Il focolaio è circoscritto»

L’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato rassicura sulla situazione dell’ospedale, divenuto zona rossa. 37 i pazienti affetti da coronavirus; 1 morto

«Il focolaio è circoscritto e l’ipotesi maggiormente accreditata circa il caso indice è riferita ad alcuni operatori, siamo però in attesa delle conclusioni dell’audit». L’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato rassicura gli animi ribadendo che la situazione è sotto controllo ma il focolaio all’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico San Raffaele di via della Pisana, divenuto “zona rossa”, ha attirato anche l’attenzione della Procura di Roma. A oggi, 8 giugno, i casi accertati di pazienti affetti da coronavirus sono 37 e tutti i pazienti positivi sono stati trasferiti. È stato confermato il decesso di un paziente affetto dal morbo di parkinson e malato di diabete. Venerdì 5 giugno l’Asl Roma 3 ha comunicato che è stata disposta la chiusura della struttura con cordone sanitario e, su richiesta della Regione Lazio, sono stati effettuati complessivamente 700 tamponi tra pazienti e personale sanitario.

A partire da oggi l’indagine epidemiologica interesserà tutti i pazienti dimessi dal San Raffaele dal 18 maggio e le persone con le quali sono state a contatto nelle ultime tre settimane. I test, già a partire da oggi, posso essere eseguiti o nel drive-in allestito nell’ex ospedale Forlanini (entrata piazza Carlo Forlanini) o in quello di via di Casal Bernocchi, 73. «Li andremo a cercare uno ad uno», ribadisce D’Amato, spiegando che per maggiore sicurezza verrà fatto contestualmente anche un recall telefonico da parte della Asl per risalire a tutti i contatti. Non abbassare la guardia e rispettare le norme di sicurezza le raccomandazioni ribadite dalla Regione. Dalla Asl Roma 3 aggiungono che l’indagine epidemiologica in corso mira ad individuare «innanzitutto le procedure organizzative e i percorsi assistenziali al fine di identificare una possibile criticità che possa aver agevolato la diffusione del virus tra i reparti a fronte delle misure di prevenzione adottate.

Al momento l’ipotesi più accreditata del caso indice è relativa ad alcuni operatori sanitari». Ipotesi, questa, che trova maggiore conferma nelle parole del Commissario straordinario della Asl Roma 3 Giuseppe Quintavalle, il quale evidenzia che «secondo l’ordinanza regionale del 18 aprile i pazienti ammessi nella struttura, oltre a essere sottoposti a un adeguato distanziamento e all’obbligo dell’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, debbono per 14 giorni essere posti in isolamento precauzionale». Su questo punto, però, c’è il disaccordo della struttura sanitaria, secondo la quale dai dati in possesso del San Raffaele «e messi a disposizione della Asl sembra emergere un’origine derivata dall’invio di pazienti già positivi da parte di alcuni presidi ospedalieri, come appare possibile anche dagli approfondimenti che sarebbero stati disposti dalla Asl nei confronti di tali presidi».

La struttura chiarisce con forza che tutte le disposizioni nazionali e regionali «sono state scrupolosamente rispettate e applicate al fine della protezione di pazienti e operatori dal rischio contagio da Covid-19». Il caso è finito sotto la lente di ingrandimento della Procura che lavora per capire se siano state prese tutte le dovute precauzioni per rispettare le misure di sicurezza.

8 giugno 2020