San Luigi dei Francesi, la veglia per Parigi

Dopo i sanguinosi attentati terroristici, Roma si unisce nella preghiera in quella che è la chiesa nazionale di Francia: «L’amore sarà più forte»

Dopo i sanguinosi attentati terroristici, Roma si unisce nella preghiera in quella che è la chiesa nazionale di Francia: «L’amore sarà più forte»

«L’amour sera toujours plus fort». L’amore sarà sempre più forte. Ieri sera, 16 novembre, nella chiesa nazionale di Francia a Roma, San Luigi dei Francesi in Campo Marzio, il rettore, don François Bousquet ha pregato così, leggendo le parole scritte dai fedeli per le vittime degli attentati di Parigi. Sono parole d’amore, di speranza, ma anche di smarrimento e di voglia di andare avanti «sono troppo triste» scrive in francese qualcun altro, ma «Signore, dacci la forza» scrive più d’uno. Le preghiere sono per le famiglie di chi ha perso i propri cari alla sala concerti Bataclan o nelle strade dell’undicesimo arrondissement parigino. La preghiera si alza anche per chi ha ucciso: «Prego per la redenzione dei terroristi» legge ancora il rettore.

Fraire Jean-Marie Laurent Mazas, rettore della chiesa di San Nicola dei Lorenesi, che ha celebrato insieme a don Bousquet, era a Parigi la notte degli attentati: «Tutta la notte si sentivano le ambulanze e le sirene in un silenzio di morte, è stato molto angosciante – ha raccontato – ma mentre a gennaio dopo l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo l’hashtag su twitter è stato #JesuisCharlie, questa volta è stato #prayforParis». La preghiera ha unito il mondo. In certe situazioni, spiega il rettore, «l’uomo si sente nudo, e l’unico che può aiutarlo è Dio».

Per Bousquet la religione non ha niente a che vedere con questa guerra: «Non è uno scontro fra religioni. I terroristi sono banditi, non sanno niente della religione, sono fanatici, non sono religiosi». La paura, spiega Mazas, è inevitabile: «Quando si pensa a quella tragica notte si guarda al crocifisso e viene da chiedersi “perché permetti questo?”, la commozione è normale. Siamo tutti commossi da questa vicenda, ma non credo che la paura prenderà il sopravvento, credo che la libertà, l’amore, la pace sia molto più forte. Ci vorrà tempo, ma vincerà».

Alla veglia è intervenuto anche l’incaricato d’affari di Francia in Vaticano, François-Xavier Tilliette. A pregare insieme francesi, italiani e tedeschi, uniti nel cordoglio. «Amore e fratellanza di tutta l’umanità» è quello che vogliono i fedeli nei messaggi lasciati nell’angolo della Chiesa dove sono messi a disposizione carta e penna: “Luogo di preghiera per le vittime degli attentati di Parigi” segnala un cartello vicino a una piccola bandiera francese listata a lutto. Dopo la cerimonia, nessuno ha molta voglia di parlare, ma Sylvain cerca di spiegare: «Ho vissuto trent’anni a Parigi, abito a Roma da tre anni. Ho visto la notizia ed è stato qualcosa di particolarmente duro da vivere e adesso è importante che siamo tutti insieme – ha gli occhi lucidi ma sorride – tutto il mondo era veramente con la Francia. Quello che è successo è stato qualcosa di terribile per i valori della libertà e per l’amore per la vita – continua -. Un’amica a Parigi mi ha detto che la gente ha paura, ma soprattutto dobbiamo andare avanti ed essere più forti».

17 novembre 2015