San Giovanni Decollato luogo di misericordia

Concessa l’indulgenza plenaria a quanti sono passati dalla porta aperta dal vescovo Ricciardi. Conclusione con la processione delle Palme col vescovo Libanori, il 1° aprile

Nel cuore di Roma, nel Rione Ripa, sorge la chiesa cinquecentesca di San Giovanni Battista Decollato che, oltre alle opere di artisti quali Giorgio Vasari e Pomarancio, custodisce una storia e una tradizione significative legate all’iscrizione “Per misericordia” incisa sopra il portale. Infatti a partire dal 1540, attraverso la porta della chiesa affidata all’arciconfraternita di San Giovanni Battista Decollato, la prima Compagnia laica di origine fiorentina ad offrire a Roma conforto e assistenza spirituale ai condannati a morte, ogni 24 giugno – festa del santo decapitato a cui la chiesa è intitolata – passava un condannato al patibolo graziato e liberato.

Recuperando questo concetto di pietas e guardando «al tema della misericordia, tanto caro a Papa Francesco», nelle giornate di venerdì 31 marzo e sabato 1° aprile si è voluto «dare vita a questa antichissima storia, ricalcando le orme dei nostri maggiori per ringraziare il Signore della misericordia che ci ha usato e che ci usa», spiega il vescovo Daniele Libanori, ausiliare per il settore Centro. Il Papa ha infatti concesso l’indulgenza plenaria a quanti, confessati e comunicati, siano passati dalla porta della misericordia, aperta venerdì alle 12 dal vescovo ausiliare Paolo Ricciardi. La chiesa è rimasta aperta – con la presenza di sacerdoti a disposizione per il sacramento della riconciliazione – fino alle 20 di sabato 1° aprile, quando dal sagrato si è snodata la processione delle Palme presieduta dal vescovo Libanori e diretta alla vicina chiesa di Santa Maria della consolazione al Foro Romano, dove il presule ha celebrato l’Eucaristia. La scelta fatta rispetto alle date delle due giornate «per tornare alle radici della fede di Roma – dice ancora Libanori – non è casuale: è stato un modo per prepararsi alla Settimana Santa e quindi alla celebrazione della Pasqua».

Se la chiesa di San Giovanni Decollato conserva al suo interno i cimeli antichi «utilizzati in passato dai confratelli nel loro ufficio di conforto ai condannati a morte nell’ultimo atto per una redenzione», oggi l’arciconfraternita si propone di aiutare i carcerati «operando per quanto possibile all’interno delle strutture di detenzione» ma anche «dando un aiuto concreto alle loro famiglie – spiega Massimo Camussi, governatore dell’arciconfraternita intitolata al patrono di Firenze e che conta una trentina di confratelli e consorelle -. Ancora, sosteniamo e accompagniamo con borse di studio giovani che vivono situazioni di disagio e diamo supporto dal 2000, con una casa-famiglia a Marino, a quelle madri single che abbiano avuto problemi con la giustizia e che hanno dei figli minorenni».

3 aprile 2023