Salvamamme, un “Pappa day” per nutrire i più poveri

Con il progetto “Nursery in rete” aiutati dall’associazione 900 bambini in un anno. Lojudice: «L’associazione, modello di carità e civiltà umana»

Con il progetto “Nursery in rete” aiutati 900 bambini in un anno. Lojudice: «L’associazione come modello di carità e civiltà umana»

Sono i numeri a parlare: 756 madri supportate insieme ai loro 843 bimbi, tra 0 e 12 mesi, di 65 nazionalità diverse, più altri 200 bambini extra progetto. È questo il risultato di “Nursery in rete”, ideato da Salvamamme e realizzato grazie ai contributi del bando della Regione Lazio “Un taglio alla povertà”, vinto dall’associazione lo scorso anno. Oggi, 6 maggio, i dati sono stati presentati in quello che è stato ribattezzato il “Pappa Day”, ovvero una giornata dedicata ad Expo 2015 e al diritto di tutti i bambini ad essere nutriti correttamente.

«Si tratta di dare non solo il cibo ma tutto il necessario come cure, vestiti e anche giocattoli – dice Maria Grazia Passeri, presidente di Salvamamme -. Sono 100 bambini nuovi ogni mese. Per questo progetto sono stati utilizzati 900mila euro di beni, quasi tutti gratuiti. Abbiamo aiutato anche sotto il profilo medico, grazie alla collaborazione con le Asl, bambini con problemi di malnutrizione, alcuni addirittura arrivati catatonici. Vogliamo richiamare l’attenzione su quanto sia importante nutrire bene i bambini, per questo portiamo ad Expo la nostra testimonianza, anche attraverso un video dove proprio i bimbi chiedono la pappa con un “concerto” di ciotole e cucchiai».

Le famiglie prese in carico dal progetto sono state inviate da 147 enti tra pubblici e privati. Il gruppo nazionale più numeroso è quello italiano con 142 famiglie, mentre gli stranieri arrivano prevalentemente da Romania e Perù. Le madri hanno tra i 26 e i 35 anni e l’85% di loro non ha un’occupazione fissa e si trova in una situazione di grave emarginazione e povertà. Il restante 15% svolge lavori saltuari e sottopagati. E c’è di più.

Secondo l’Istat, il 38% delle famiglie del Lazio non riesce ad affrontare una spesa improvvisa di 700 euro. Quelle in condizione di povertà relativa sono l’8,5%, in povertà assoluta il 6,7%. Numeri che si sono triplicati negli ultimi anni. La fascia più debole è quella dei minori: 112mila che, nella regione e soprattutto a Roma, vivono in povertà assoluta.

Senza contare l’emergenza sanitaria: nei primi sei mesi del 2014, secondo il Banco Farmaceutico, la richiesta è salita del 10,1% rispetto ai primi sei mesi del 2013. «Dati che non possono essere ignorati – ammette Isabella di Chio, giornalista Rai e da anni al fianco di Salvamamme – così come non si può fare a meno di vedere che esiste anche un’attenzione dei poveri verso i poveri. Un esempio lo abbiamo avuto lo scorso Natale, quando Salvamamme ha ricevuto una donazione da parte dei detenuti della casa di reclusione di Paliano. Tutti si sono autotassati per aiutare. Un esempio bellissimo che concretizza le parole di Papa Francesco quando dice che i cristiani devono inginocchiarsi davanti a chi è in difficoltà».

Il concerto con i cucchiai e le ciotole, offerto oggi dai bambini, «è una “musica” che arriva dritta al cuore – afferma l’assessore alle politiche sociali della Regione, Rita Visini -. Con il nostro lavoro, soprattutto in un momento di forte difficoltà economica per le famiglie, vogliamo concretizzare il nostro slogan “tutti inclusi”, per non dimenticare chi vive in difficoltà. Siamo consapevoli che ogni persona che abita una comunità porta una ricchezza da coltivare e fa più ricca la comunità stessa».

Non ha voluto mancare per un saluto veloce anche il governatore, Nicola Zingaretti, che sottolinea come «malgrado i tempi difficili, la Regione ha messo oltre 50milioni di euro in un progetto per la creazione di nuovi asili nido per aumentare i posti pubblici disponibili in pochi anni. E poi non lascia sole le associazioni, perché completano il nostro lavoro, fanno quello che da soli non riusciremmo a fare».

Anche monsignor Paolo Lojudice, vescovo ausiliare eletto per il settore Sud di Roma, è intervenuto alla presentazione del progetto. Da anni collabora con Salvamamme come aiuto spirituale per le moltissime famiglie che l’associazione assiste. «Quando ho conosciuto Grazia Passeri ho capito che solo una grande passione poteva darle la forza di fare quello che fa – dice -. Spero che dal lavoro che quotidianamente viene svolto, si possa trarre veramente un grande esempio, perché lei da sola non può risolvere i problemi di tutti i bambini ma può essere il punto di riferimento verso chi vuole tendere la mano a chi è in difficoltà. Il primo bisogno, infatti, è la prossimità, sentire la vicinanza. Poi ci sono il cibo, i vestiti, il lavoro. Pensiamo ai nostri fratelli migranti che vengono da altri luoghi, al di là di tutte le polemiche, ricordiamoci che quando si è in emergenza non possiamo fare a meno di aiutare, per creare un grande modello di civiltà umana e di carità. Per questo auguro a tutte le mamme di poter crescere i propri figli in un futuro migliore».

6 maggio 2015