Salario minimo, Acli: «Il lavoro buono non può più aspettare»

Nota del presidente nazionale Manfredonia dopo lo stop del governo all’emendamento sul salario minimo, che ha rimandato al 4 dicembre la discussione in Aula

«Il lavoro buono, quello su cui si fonda la nostra Repubblica, non può più aspettare». Il presidente nazionale delle Acli Emiliano Manfredonia commenta la decisione del governo di respingere un emendamento delle opposizioni e, al tempo stesso, rimandare al 4 dicembre la discussione in aula su una proposta di legge sul salario minimo che aveva messo d’accordo le forze politiche attualmente all’opposizione.

Nelle parole di Manfredonia, la preoccupazione per il fatto che «il Parlamento venga sistematicamente privato delle sue funzioni». Ma soprattutto «ci preoccupa che si stia di nuovo rimandando la discussione su un provvedimento urgente, in un momento delicatissimo dove crescono sempre di più i lavoratori che non ricevono uno stipendio in grado di garantire una vita libera e dignitosa a loro e alle loro famiglie».

Un’urgenza davanti alla quale, riconosce il presidente Acli, il salario minimo da solo non basta, «ma certamente è una misura centrale che ci chiede la stessa Unione europea con il Pilastro europeo dei diritti sociali. Rimandare a percorsi pluriennali o, peggio, a misure discriminatorie non aiuta ad affrontare la realtà e non aiuta neanche il Paese e tante aziende specie nel mondo dei servizi a concorrere sulla base della qualità e non delle scappatoie e di un economia di disservizi», conclude.

30 novembre 2023