Sako: «Gli iracheni respingano uniti il coronavirus»

L’appello del patriarca caldeo di Baghdad: «Urge un governo nazionale capace di edificare una patria sovrana. Capace di soddisfare i bisogni del popolo»

Dal patriarca caldeo di Baghdad Louis Raphael Sako arriva un appello a tutti gli iracheni affinché «in questa fatidica e storica circostanza respingano insieme il nemico comune, il coronavirus, che minaccia le loro vite, la loro economia e le loro relazioni sociali e religiose e si uniscano in un governo nazionale capace di edificare una patria sovrana e ricca. Un governo che sappia soddisfare i bisogni del popolo in materia di occupazione e servizi. Speriamo che questo appello venga preso sul serio, in quanto è una pista di salvataggio per un Paese sull’orlo del collasso». È quanto si legge in una nota diffusa ieri, 22 aprile, dal Patriarcato della Capitale irachena».

Per il cardinale, «l’Iraq risolverà i suoi problemi quando nascerà un governo nazionale composto da persone di provata esperienza, sincere, imparziali e leali, conosciute per la loro integrità, il loro patriottismo, senza ambizioni personali o settarie che non perseguono agende sospette. Persone che esercitano i loro sforzi per rilanciare il Paese e servire i suoi figli ora che l’epidemia sta divorando l’Iraq». Nelle parole di Sako, anche il ricordo dei cristiani segnati dalla «marginalizzazione in politica, dalla persecuzione, dall’esclusione», che soffrono «l’estremismo e il terrorismo». Più di un milione di cristiani, ricorda, «sono stati abbandonati, le loro chiese bombardate e distrutte e le loro case e proprietà sequestrate. La paura è che in futuro perderanno la loro terra, le loro radici storiche, la loro identità e si disperderanno in tutti e quattro gli angoli del globo. Dio salvi l’Iraq e gli iracheni dal Covid-19 e da ogni tipo di virus – conclude il patriarca – per far sì che queste crisi vengano superate».

23 aprile 2020