Ruth Dureghello: Fosse Ardeatine, strage che spinge alla riflessione

Anche la presidente della Comunità ebraica di Roma ricorda l’anniversario dell’eccidio. «In momenti come quello presente, fondamentale ritrovare unità»

335 civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei o detenuti comuni. È il bilancio della strage che il 24 marzo 1944 le truppe di occupazione naziste compirono nei pressi della via Ardeatina come rappresaglia per l’attentato partigiano di via Rasella, compiuto il 23 marzo da membri dei Gap romani, in cui erano rimasti uccisi 33 soldati del reggimento “Bozen”. 76 anni dopo, la memoria di quell’eccidio avviene in una «terribile emergenza sanitaria» che non permette lo svolgimento di cerimonie commemorative. Eppure, afferma la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, la strage, «impressa nella nostra storia», spinge a «un momento di riflessione sui principi di libertà e giustizia su cui si basa oggi la nostra democrazia e in nome dei quali si è battuta la Resistenza. In momenti come quello in cui ci troviamo – afferma – è fondamentale rinnovare la nostra devozione a questi valori e ritrovare in quel senso di unità la forza per reagire a questa grave crisi».

L’eccidio delle Fosse Ardeatine, evento simbolo della durezza dell’occupazione tedesca a Roma, fu la maggiore strage di ebrei compiuta sul territorio italiano durante l’Olocausto: almeno 75 delle vittime rinvenute nelle cave di pozzolana situate nei pressi della via Ardeatina erano in stato di arresto per motivi razziali. Nel dopoguerra le stesse cave sono diventate un sacrario che è anche monumento nazionale.

24 marzo 2020