Ruini: «No alle unioni civili. Tutelare i veri diritti»

In un’intervista al Corriere della Sera il cardinale, già vicario prima di Giovanni Paolo II poi di Benedetto XVI per la diocesi di Roma, torna sui temi al centro del dibattito degli ultimi giorni. «Un sindaco non può violare le leggi dello Stato». «Editori laici tendono ad appropriarsi del Papa»

«È giusto tutelare i diritti di tutti; ma i veri diritti, non i diritti immaginari. Se c’è qualche diritto attualmente non tutelato che è giusto tutelare, e ne dubito, per farlo non c’è bisogno di riconoscere le coppie come tali; basta affermare i diritti dei singoli». Ad affermarlo, parlando di unioni civili, è il cardinale Camillo Ruini, vicario emerito della diocesi di Roma, per 16 anni presidente della Cei, nell’intervista concessa al Corriere della Sera.

Ad alcune domande sull’argomento poste da Alzo Cazzullo in un’intervista a 360 gradi, il porporato afferma: «Su questo punto mi sono espresso al tempo dei Dico, e non ho cambiato parere». Alla puntualizzazione del giornalista che in Italia si parla di unioni civili e non di matrimonio, il cardinale replica che «se il contenuto è molto simile, serve poco cambiare il nome del contenitore». E in merito alla decisione del sindaco di Roma, Ignazio Marino, di trascrivere alcuni matrimoni contratti da all’estero da coppie omosessuali, sottolinea che «un sindaco ha il diritto di sostenere le proprie posizioni, ma non può per questo violare le leggi dello Stato». Nessuno, aggiunge il vicario emerito della diocesi del Papa, «può escludere» che possa nascere anche in Italia un movimento di protesta. «In Francia il movimento “Manif pour tous” non è certo stato organizzato dalla Chiesa: è una forza grande e variopinta, che ha indotto il governo a essere più prudente».

Nell’intervista, il cardinale Ruini affronta anche i temi del Sinodo, da cui ha tratto l’impressione di «una Chiesa con posizioni differenti. Una Chiesa che è comunione: l’unico corpo di Cristo, in cui siamo membri gli uni degli altri. Mi pare un po’ forzato dire che certe posizioni erano sostenute dal Papa piuttosto che certe altre. Lui stesso ha voluto che ci fosse piena libertà di parola. Ed è anche molto arrischiato parlare di maggioranze e minoranze. Collocare il Papa da una parte contro l’altra è fare il contrario di quanto il Papa stesso ci domanda».

Il vicario emerito della diocesi ribadisce tra l’altro la sua opinione sull’impossibilità di dare la comunione a un divorziato senza violare l’indissolubilità del matrimonio, già espressa in altre occasioni: «Se il matrimonio rimane indissolubile, e quindi continua a esistere, contrarre un nuovo matrimonio sarebbe un caso di bigamia; e avere rapporti sessuali con altre persone sarebbe un adulterio. Non si può pretendere che il matrimonio sia indissolubile e che ci si possa comportare come se non lo fosse».

Alla domanda di Cazzullo in merito a un “attacco da destra” nell’editoria laica, che dà voce a una parte del mondo cattolico che non si riconosce in questo papato», il cardinale Ruini risponde: «Un piccolo attacco di questo genere purtroppo esiste; forse anche per reazione alla tendenza di altri editori laici ad appropriarsi di papa Francesco, per trasformarlo in un sostenitore delle tesi contrarie al cattolicesimo. Le due cose si rimpallano; ma la potenza mediatica di questo secondo atteggiamento è molto più forte. Gli uni hanno i fucili ad avancarica, gli altri hanno l’aviazione».

22 ottobre 2014