Rosalia Porcaro, dal teatro alla fiction

L’attrice, che ha esordito sul palcoscenico con la scuola napoletana e ha poi interpretato ruoli comici, ha lavorato nella serie “Mina Settembre” trasmessa su Rai1

Tra le attrici che sono emerse nel recente panorama dello spettacolo italiano va certamente annoverata Rosalia Porcaro. Se la definiamo attrice comica e cabarettista, è per evidenziare che le sue indubbie capacità professionali hanno fatto i conti con le difficoltà (forse soprattutto italiane?) di essere donna e di suscitare divertimento. Se il teatro è il luogo dove svolge la sua prima formazione, in seguito Rosalia varia tra varietà televisivi, cinema e fiction, in un ventaglio di prestazioni ampie e articolate. L’abbiamo raggiunta per sentire da vicino qualcosa dei suoi attuali e prossimi programmi.

I tuoi inizi avvengono negli anni Ottanta con le compagnie di Antonio Casagrande e Renato Carpentieri. L’impronta della Scuola napoletana si fa subito sentire.
Sì, ho cominciato proprio con il teatro e in compagnie napoletane. Il mio primo approccio è stato “tradizionale” e la poca esperienza del risultato da parte di chi prepara un lavoro che va in scena ti fanno omologare subito a qualcosa che però sentivo non mi apparteneva davvero. Cercare una strada personale non è facile, forse una scuola che io non ho fatto mi avrebbe aiutato. Invece il percorso è stato un po’ più lento e proprio attraverso il “comico” ho potuto sperimentare una recitazione sulle mie corde, un po’ più vera.

Il salto da una notorietà regionale a quella nazionale avviene sul finire degli anni ’90. Quali personaggi ricordi che ti hanno imposto di più all’attenzione del pubblico televisivo e con quali trasmissioni?
Il primo personaggio che mi ha permesso di uscire dalla Tv regionale è stata Veronica, operaia in una fabbrica di borse. Il tema del lavoro riguarda tutti e la sottomissione di Veronica era la chiave per raccontare con il sorriso cose anche reali. Convenscion è stata la trasmissione fatta in Rai con questo personaggio. Dopo, in maniera molto surreale, è arrivata Natascia, giovane cantante neomelodica napoletana nel programma di Serena Dandini L’ottavo nano. Una tv diversa, curata, dove la leggerezza non si accompagnava mai alla volgarità o alla banalità. Poi è arrivato Zelig, e li ho portato Assundham, la donna musulmana che attraverso il napoletano era una divertente denuncia sociale.  In quel momento però la tv stava già cambiando, era tutto molto veloce e il piccolo schermo imponeva altri ritmi alla comicità.

A partire dal 2000 esordisci al cinema. Riesci ad emergere tra molti ruoli di commedia, brillanti e soprattutto maschili.
Dopo l’esordio in Tutti all’attacco di Lorenzo Vignolo (2005), ho lavorato in titoli quali No problem di Vincenzo Salemme (2008), Il seme della discordia di Pappi Corsicato, I mostri oggi di Enrico Oldoini (2009), Indovina chi viene a Natale? di Fausto Brizzi (2013). Ma ritengo che il cinema sia un’esperienza ancora da vivere pienamente e mi auguro di riuscire a farlo quanto prima.

La fiction “Mina Settembre”, trasmessa da Rai1, è tra le proposte “forti” della televisione attuale. Ci puoi presentare Rosaria, il tuo personaggio? 
In questa fiction con Serena Rossi, prima di cominciare le riprese avevo già immaginato che con lei ci potesse essere feeling, è un’attrice capace di emozionare, mi piacciono la sua verità e la sua solarità. Il mio personaggio è una donna del popolo vicina alle gestanti in un consultorio, un personaggio molto umano.

Come stai vivendo questo difficile periodo di chiusura di cinema e teatri? Ci puoi anticipare qualcosa sui tuoi programmi per i prossimi mesi?
I teatri chiusi sono purtroppo una grande limitazione per quegli attori che lavorano soprattutto lì. Spero tanto nei vaccini che possano aiutarci a uscire da questo stallo, che riguarda tutte le categorie, non soltanto gli attori. Alcuni progetti in ballo ci sono, riguardano il teatro ma sono ancora in una fase talmente embrionale che non è il momento per anticipare niente. Le fiction rappresentano un ambito con il quale mi piacerà misurarmi ancora in futuro.

16 febbraio 2021