“Romantiche”, l’esordio di Fogliati

Nella pellicola, la Capitale è il luogo in cui vanno in scena ambizioni, speranze e fallimenti delle 4 giovani protagoniste e della generazione che rappresentano, alla ricerca di un posto nel mondo

Eugenia, Michela, Uvetta, Tazia: quattro ragazze sognano, si potrebbe dire riprendendo il titolo di un vecchio film italiano (di Guglielmo Giannini, 1943). Da varie zone d’Italia sono confluite a Roma con l’obbiettivo di lasciare un segno nel mondo dello spettacolo. Comincia così in modo diretto e frontale Romantiche, opera prima di Pilar Fogliati. È bene dirlo subito: quattro personaggi, quattro episodi ma la protagonista è unica.

Pilar Fogliati si ricorda di aver cominciato come attrice e impersona tutti i ruoli principali, dividendosi nei quattro episodi che compongono la trama. Ragazze giovani, ossia tutte delle generazione millennials, quindi prototipi di un modo di fare (vestirsi, parlare, muoversi, comportarsi) tipico di chi cerca un proprio posto nel mondo e prima di rinunciare al sogno ci pensa due volte. Così fa Eugenia, aspirante sceneggiatrice che, lasciata la natia Palermo, è arrivata a Roma, al quartiere Pigneto, e ha cominciato a muoversi senza sosta cercando un produttore disponibile a realizzare il suo copione “Olio su mela”. Ogni tentativo ben presto naufraga tra varie delusioni, compreso un ricatto a sfondo sessuale da parte di una sceneggiatrice di successo. Segue Michela, ragazza semplice che vive a Guidonia. È in procinto di sposarsi con un carabiniere, quando ritrova un amico d’infanzia che forse rimetterà tutto in discussione. Uvetta invece è un’aristocratica che parla molto senza mai concludere qualcosa. Passando davanti a un fornaio di proprietà della famiglia, le viene voglia di lavorare lì. Ma l’entusiasmo è di breve durata. Tazia infine è una pariolina convinta di avere il controllo dei maschi, sui quali impartisce alle amiche continue lezioni, salvo ottenere solo fallimenti. A sorvegliare tutte le ragazze c’è Valeria Panizzi, psicoterapeuta, che prova ad elargire utili consigli.

Pilar Fogliati, nata ad Alessandria il 28 dicembre 1992, i genitori sono piemontesi, porta a Roma le sue indubbie capacità di trasformismo, facendo della Capitale il luogo ideale dove mettere in scena ambizioni, speranze e fallimenti delle ragazze e della generazione che rappresentano. Il riferimento va subito al primo Verdone e al Nanni Moretti di Sogni d’oro (1983): ossia a quel cinema italiano che, sia pure da angolazioni differenti, guardava ai giovani e ai loro modi spesso confusi di affrontare la vita. Fogliati percorre questa strada, dimostrando per un’opera prima, sufficiente padronanza, sia pure con il contributo non secondario in fase di scrittura di Giovanni Veronesi e Giovanni Nasta. Anche in questa occasione, come è solida tradizione nel cinema italiano, un ruolo importante lo giocano i caratteristi: Barbara Bobulova, Rodolfo Laganà, Laura Martinelli, Maria Chiara Centorami e altri. Presenze magari piccole ma decisive nel formare il convincente coro generale.

15 marzo 2023