“Roma Sette”, la storia del giornale nella vita della città

Il cammino di 40 anni del settimanale ripercorso dai drammatici ’70 fino ai più recenti, con la svolta verso il web. L’avvio con monsignor Elio Venier, che ne fu il “papà”, morto nel 2011 a 94 anni


Elio Venier, Luigi Di Liegro, Fernando Filoni, Vincenzo Paglia, Giovanni D’Ercole. Nomi della prima uscita di “Roma7” (c’era la cifra al posto della parola), datata 17 novembre 1974, all’interno di Avvenire. Nomi che, si direbbe in tv, non hanno bisogno di presentazioni: qualcuno era nel pieno del suo ministero pastorale, altri all’inizio di un cammino che li avrebbe portati altrove. Una chicca, sfogliando quelle pagine un po’ ingiallite nei nostri archivi.

Partiamo da qui per un viaggio nei 40 anni del nostro settimanale, da quel giorno in cui, in un contesto grafico che fa tenerezza per come è diverso dai criteri di oggi, a dare la notizia del nuovo inserto c’è un breve messaggio del cardinale vicario Ugo Poletti, dal titolo «Un servizio di comunione e di vitalità». E un sintetico editoriale di monsignor Elio Venier, friulano di ferro ma romano adottivo, direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali (morto nel 2011 a 94 anni), autentica anima delle nuove pagine: «Una voce alla Chiesa locale di Roma». Voce inserita dentro Avvenire a sancire un’alleanza rilanciata nel tempo.

Nella pagina accanto campeggia un articolo di Luigi Di Liegro, dedicato all’attuazione del celebre (e spesso frainteso) convegno, concluso pochi mesi prima, sulle «responsabilità dei cristiani di fronte alla città» che tante attese aveva suscitato. «Proposte adeguate e possibili», titolava con realismo. Da lì era scaturita l’esigenza di uno strumento di conoscenza e di comunione: ad auspicarlo era stata la quasi totalità dei parroci romani, spiega monsignor Venier. L’Anno santo del 1975 era alle porte, e c’era l’eredità di quel convegno da mettere a frutto. Magari cominciando col dirsi l’un l’altro cosa si faceva di buono nella Chiesa di Roma.

Ma non c’è solo questo: la voce della comunità diocesana interviene anche sui fatti tragici degli anni ’70 e ’80: ecco le aggressioni all’università, il terrorismo, l’assassinio e i funerali di Aldo Moro. Scorrono i fotogrammi di quegli anni tormentati, di una Chiesa che si interroga come rispondere meglio alle esigenze di una città in cambiamento e di una metropoli dove si incrociano spinte eversive e sani fermenti di novità. C’è la vita di Roma sulle pagine di Roma Sette.

I temi scottanti incalzano, come l’aborto, già dagli esordi, e sarà così sempre. Innestata nella vita cittadina, quella ecclesiale: si parla dell’impegno per i poveri (come non pensare ai «borghetti»?), di famiglia, di vocazioni, di nuove chiese. In primo piano ovviamente l’attività dei vescovi di Roma – da Paolo VI a Francesco – e la riflessione sul loro magistero.

La storia di Roma Sette segue passo passo quella della Chiesa, che vive nel 1978 un anno epocale: la morte di Paolo VI, l’elezione e l’improvvisa scomparsa di Giovanni Paolo I, l’arrivo di Giovanni Paolo II al soglio di Pietro. Qui comincia un impegno nuovo per il settimanale diocesano, vista l’attenzione che Papa Wojtyla riserva alla sua Chiesa locale.

Sulle colonne del giornale scorre la vita della Chiesa di Roma, con i suoi grandi eventi: ecco il Sinodo diocesano e la Missione cittadina; i «Dialoghi in cattedrale»; il Giubileo del 2000; le cronache degli annuali Convegni diocesani. E ancora, la morte di Giovanni Paolo II (con una chiusura straordinaria di Roma Sette nella tarda sera del sabato), l’elezione di Benedetto XVI, poi la sua rinuncia, infine l’elezione di Francesco.

Facendo un passo indietro, è dell’ottobre 1987, nel 25° del Concilio, il primo vero rinnovamento grafico: Roma7 muta nome in Roma-sette e diventa un vero e proprio inserto. Otto pagine tabloid, color salmone: l’intento è assicurare una maggiore visibilità. Matura un interesse per la cronaca, per i temi più squisitamente sociali, per la cultura. Nel 2001 l’adesione alla Fisc, la Federazione italiana settimanali cattolici.

Nell’ottobre 2004 la svolta editoriale e grafica verso una modernità matura: <+Roma Sette diventa un dorso; le pagine tornano al formato grande di Avvenire; incalzano nuovi temi (le sfide della famiglia, il disagio giovanile…), con inchieste ed editoriali; il lavoro si svolge completamente in Vicariato.

Nel 2005 nasce Romasette.it: spazio alla città, alla cultura, alle rubriche di approfondimento, soprattutto al multimediale, radio e video; poi l’approdo su Facebook e Twitter e il canale YouTube. Il resto è storia, o meglio cronaca, dei giorni nostri.

 

17 novembre 2014