Roma ricorda le vittime dell’attentato in Kenya

La celebrazione presieduta dal vescovo Leuzzi in memoria delle vittime del 2 aprile all’University College. Borse di studio per gli studenti in Africa

Celebrazione alla Sapienza presieduta dal vescovo Leuzzi in memoria delle vittime del 2 aprile all’University College. Borse di studio per gli studenti in Africa

Centoquarantasette pietre bianche portate in offerta e poste davanti all’altare per ricordare una ad una le vittime dell’attentato terroristico avvenuto lo scorso 2 aprile nell’University College a Garissa in Kenya. È avvenuto nella serata di ieri, martedì 5 maggio, durante la celebrazione eucaristica organizzata nella cappella della Sapienza dall’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, in memoria di tutte le vittime e i feriti di quella tragedia che ha ferito l’Africa.

«Morire in Università è oggi vero martirio – ha spiegato durante l’omelia il vescovo ausiliare Lorenzo Leuzzi, che ha presieduto la Messa -. Chi uccide distrugge il futuro dell’umanità e getta le basi per una società senza progresso e sviluppo. Ricordare i nostri fratelli morti è per tutti noi assunzione di responsabilità. Guai a noi se abbandonassimo le aule universitarie per seguire vie più facili e meno impegnative per la nostra crescita: tradiremmo il Signore perché senza la carità intellettuale non è possibile costruire la pace».

Per il presule, è necessario «innervare tutte le esperienze umane, da quelle sociali a quelle politiche, da quelle economiche a quelle tecnologiche, nella carità intellettuale. È un’impresa non facile. Ma è il Risorto che ce lo chiede e ci manda nelle aule universitarie per cercare la verità e promuovere la ricerca per il bene di tutti».

Alla celebrazione hanno preso parte anche molti studenti appartenenti alle comunità africane di Roma. «Vivere questa celebrazione – racconta Dieudonne Mukendi, un giovane studente della Pontificia Università Urbaniana, proveniente dal Congo – per noi è stato molto importante Abbiamo pregato non solo per i nostri colleghi uccisi crudelmente ma anche per le loro famiglie e i loro amici, perché il Signore doni la consolazione».

«Quello che è successo è davvero terribile, non ci sono parole! – afferma Nabil Musa Kuwa, che viene dal Sudan, anche lui studente all’Urbaniana – ma io penso che il modo migliore di onorare la morte di questi giovani sia quello di non arrenderci davanti a chi tenta di fermarci con questi atti vili, ma andare avanti negli studi con coraggio, per costruire tutti insieme un mondo migliore».

E la fede diventa il sostegno con cui affrontare il futuro. «Nella Sacra Scrittura – continua Dieudonne – ci vengono raccontati tanti esempi su come l’amore di Dio ha vinto contro i nemici. Questo accadrà anche per noi, e oggi in cielo ci sono 147 angeli in più che vegliano sulla nostra amata Africa».

Alla celebrazione – cui hanno preso parte anche le autorità accademiche della Sapienza, tra cui il rettore Eugenio Gaudio – è stato annunciato che insieme al ministero degli Esteri c’è il progetto di istituire delle borse di studio per dare una mano concreta ai ragazzi che attualmente studiano all’ University College di Garissa.

6 maggio 2015