Roma piange Monica Vitti

Il feretro accolto in Campidoglio dal sindaco Gualtieri. L’omaggio di colleghi e amici – da Dacia Maraini e Marisa Laurito – e l’affetto della gente comune

C’è chi lega al nome di Monica Vitti ai «ricordi dell’infanzia e dei film visti sul divano con mamma e papà». Chi ripensa «alle serate trascorse al cinema con gli amici» e chi onora «l’artista che non si è mai montata la testa e che ha tanto da insegnare alle giovani leve». Roma piange Monica Vitti, all’anagrafe Maria Luisa Ceciarelli, morta il 2 febbraio, a 90 anni, a causa di una malattia neurodegenerativa che da anni l’aveva costretta a ritirarsi a vita privata.

Il feretro dell’icona del cinema italiano, scortato dalla polizia municipale, è arrivato a via del Tempio di Giove, al Campidoglio, alle 9.30 questa mattina, 4 febbraio. Ad accoglierlo, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che si è intrattenuto qualche minuto con il marito dell’attrice, il regista e fotografo Roberto Russo. Il primo cittadino ha annunciato che la Capitale – dove l’attrice era nata il 3 novembre 1931 – «la ricorderà adeguatamente dedicandole un luogo della città». La camera ardente, allestita nella Sala della Protomoteca, rimarrà aperta oggi fino alle 18 e domani dalle 10 alle 13. Intorno al feretro mazzi di mimose e rose gialle e alle spalle un maxi schermo dove scorrono le fotografie dell’attrice amata da Michelangelo Antonioni e stimata da mostri sacri del cinema come Dino Risi, Mario Monicelli, Ettore Scola, Alberto Sordi, con il quale girò i film “Polvere di stelle”, “Amore mio aiutami” e “Io so che tu sai che io so”. I funerali si terranno domani alle 15 nella Chiesa degli Artisti, a piazza del Popolo.

Tra i primi a rendere omaggio all’attrice il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. «Oggi è un giorno triste», ha detto ricordando la donna che per 40 anni si è distinta magistralmente al cinema, in teatro e in tv. «Anche se si era ritirata dalle scene – ha proseguito il governatore – fino a ieri è stata presentissima. Una donna straordinaria, pilastro della nostra cultura e del nostro cinema. Se ne va un altro pezzetto del Paese». Tanta anche la gente comune che ha voluto dire addio «a colei che ha portato la romanità nel mondo», dice Luca, mentre per Anna «l’Italia perde una professionista unica dalla voce inconfondibile». Una caratteristica, quest’ultima, che  Fabio «porterà sempre nel cuore». Alessandro, a Roma per vacanza, non poteva «mancare alla camera ardente» dell’artista perché grazie a lei ha «trascorso dei lunedì sera indimenticabili sul divano con la famiglia».

Nel 1973 Monica Vitti fu la protagonista di “Teresa la ladra”, pellicola tratta dal romanzo “Memorie di una ladra” di Dacia Maraini. La scrittrice Premio Strega ha ricordato quegli anni e l’amica,  «molto esigente e presente sul set, scopritrice di giovani talenti». Proprio “Teresa la ladra” rappresentò la rampa di lancio di Michele Placido. Maraini ha ricordato l’allegria di Monica Vitti, «la sua voglia di giocare e scherzare. Era un’attrice straordinaria che sapeva interpretare i caratteri più aristocratici, sofisticati, intellettuali e allo stesso tempo quelli più popolari». Visibilmente commossa Marisa Laurito, che ha condiviso 20 anni di amicizia con l’attrice in questi giorni celebrata dalla stampa internazionale. «Sono stati 20 anni bellissimi – ha detto -. Era una donna straordinaria, una persona speciale». Dello stesso tono il ricordo della costumista Nicoletta Ercole, che mosse i primi passi nel cinema proprio grazie a Monica Vitti che la chiamò per “Amori miei” di Steno. «Mi ha insegnato tutto – ha detto -. Con lei ho condiviso 40 anni della mia vita. Una donna generosa, sempre allegra, molto rispettosa del lavoro altrui».

Domani, 5 febbraio, nel giorno dell’addio all’attrice, la Casa del Cinema renderà omaggio a Monica Vitti con una rassegna di film che inizierà alle 18 per concludersi domenica alle 19.30.

4 febbraio 2022