«Roma, luogo d’incontro, di cultura, di accoglienza e di dialogo»

Il vescovo Ruzza ha presieduto la processione della Madonna Fiumarola sul Tevere, che conclude la Festa de' noantri. Le intenzioni di preghiera. Il presule: «Si cerchi tutti insieme una soluzione ai tanti problemi»

Il vice brigadiere Mario Cerciello Rega ucciso a Roma; la studentessa Noemi Magni vittima della tromba d’aria a Fiumicino; i bambini di Bibbiano al centro dell’inchiesta sugli affidi illeciti. Loro in testa alle intenzioni di preghiera durante la processione della Madonna Fiumarola sul Tevere che da 21 anni si svolge l’ultima domenica di luglio, a conclusione della Festa de’ noantri. Il maltempo non ha impedito il regolare svolgimento della suggestiva celebrazione sul fiume presieduta dal vescovo  Gianrico Ruzza accompagnato da don Marco Gnavi, parroco di Santa Maria in Trastevere, e da numerosi sacerdoti delle chiese del rione. La statua della Vergine del Carmelo ha percorso 5 chilometri sulle acque del Tevere, issata su un battello messo a disposizione dalla Capitaneria di Porto di Roma-Fiumicino guidata dal capitano di vascello Filippo Marini, circondato da canoe, gommoni delle forze dell’ordine e, per il primo anno, da una barca con migranti e rifugiati seguiti dalla Comunità di Sant’Egidio. Provenienti dalla Siria, Burkina Faso, Filippine, Eritrea e Etiopia, alcuni sono giunti in Italia con il programma dei corridoi umanitari.

Le origini della festa risalgono al 1535, quando alcuni pescatori trovarono alla foce del Tevere, impigliata nelle reti da pesca, una cassa al cui interno giaceva una statua della Madonna scolpita in legno di cedro. Decisero di donarla ai Carmelitani della chiesa di San Crisogono perché divenisse la Madonna protettrice dei Trasteverini. Da oltre vent’anni viene quindi rievocata la processione “fiumarola” a memoria del ritrovamento. Quest’anno per la prima volta Circolo canottieri Lazio e Circolo canottieri Roma, che celebra il centenario, si sono uniti per rendere omaggio al simulacro della santa protettrice dei Trasteverini. Come da tradizione, nel pomeriggio di domenica 28 luglio i confratelli della venerabile arciconfraternita del Santissimo Sacramento e Maria Santissima del Carmine hanno portato la statua in legno di cedro al Circolo canottieri Lazio avvolta in un lenzuolo. Coperta alla vista dei presenti, si è svolta la vestizione dell’effige con un abito donato per grazia ricevuta dai coniugi Mimma D’Angelo e Roberto Mantovani. «Mettiamo la nostra famiglia con i figli Fabio e Irene sotto la protezione della Vergine», ha detto Mimma, che ha realizzato un lungo abito giallo, il colore del sole, impreziosito da cristalli swarovski e rifiniture dorate. Sul lungo mantello erano state ricamate dodici stelle e la “M” di Maria.

«Accogliere qui la statua della Madonna del Carmelo per questo rituale è una tradizione alla quale siamo particolarmente legati», ha affermato Paolo Sbordoni, presidente del Circolo canottieri Lazio. Ad accettare questo “gemellaggio” con la Festa de’ noantri fu Antonio Buccioni, attuale presidente della polisportiva Lazio, già presidente del circolo bianco celeste, il quale ha ricordato che accolse «con gioia ed emozione l’invito della confraternita». Per Sbordoni questa consuetudine «non acquisisce un significato profondo solo per i cattolici ma anche per i soci che professano altre religioni perché questo è un evento molto sentito dai romani». Dopo la benedizione, la statua è stata condotta al Circolo canottieri Roma che ha accolto «con onore l’invito che suggella l’amicizia tra i due circoli – ha rimarcato Massimo Veneziano, presidente del circolo giallorosso -. Ospitare una tappa di una processione così importante ci riempie di orgoglio e ci sentiamo tutti trasteverini».

 

 

 

 

Il “pellegrinaggio” della statua al tramonto fino alla basilica di Santa Maria in Trastevere è partito proprio dal Circolo canottieri Roma ed è proseguito sul fiume, seguito dalla banchina e dal lungotevere da migliaia di fedeli che applaudivano al passaggio dell’imbarcazione. Il tragitto è stato scandito dalla recita del Rosario e da numerose intenzioni di preghiera. Tra le varie soste, quella alterezza di Ponte Sant’Angelo, con la cupola di San Pietro sullo sfondo, dove Papa Francesco è stato affidato alla protezione della Vergine. Quindi la preghiera per gli ammalati nei pressi dell’ospedale di Santo Spirito in Sassia, per i carcerati della casa circondariale di  Regina Coeli e il ricordo di Claudio Franceschelli, il bimbo di sedici mesi che nel 2012 fu gettato dal padre nel Tevere mentre si trovava sul ponte Giuseppe Mazzini.

Il sindaco di Roma Virginia Raggi ha atteso l’arrivo della statua a ponte Garibaldi, dove ha fatto un omaggio floreale alla Vergine per seguire poi la processione fino a Santa Maria in Trastevere. Prima dell’arrivo in basilica Pietro Solfizi, governatore della confraternita, ha donato al vescovo Ruzza il medaglione della Madonna del Carmelo, assegnandogli il titolo di confratello onorario. A Santa Maria in Trastevere un lungo applauso ha accolto l’ingresso dell’effige che questa mattina, lunedì 29 luglio, sarà riportata a Sant’Agata, sua collocazione abituale. Per il vescovo Ruzza da Trastevere è partita una rivoluzione d’amore quando la Comunità di Sant’Egidio ha iniziato a prendersi cura del prossimo e dei più deboli. «Roma – ha detto – è una città unica, straordinaria e faticosa nella quale arrivarono gli apostoli che qui furono accolti. Roma è il luogo d’incontro, di cultura, di accoglienza e di dialogo». Ha quindi esortato a pregare per la pace nel mondo, nella società, nelle famiglie, in Italia. «Si cerchi tutti insieme una soluzione ai tanti problemi», ha aggiunto il vescovo, ricordando che per il prossimo anno pastorale la diocesi intraprenderà un cammino di ascolto del grido della città. «Il grido degli anziani soli è quello che mi sta particolarmente a cuore», ha concluso, richiamando tutti anche a un «maggiore impegno, senso civico, responsabilità e partecipazione alle tematiche ambientali».

29 luglio 2019