Roma in piazza per l’Europa

Anche il mondo cattolico nel tripudio di bandiere di piazza del Popolo, tra i 50mila che hanno risposto presente all’appello lanciato da Michele Serra. Molti i giovani. Manoni (Acli): «Noi non ci tiriamo indietro». Il videomessaggio di Liliana Segre

La bandiera dell’Europa di seicento metri quadrati delle Acli. La voce di Andrea Riccardi, fondatore di Sant’Egidio. La presenza dell’Azione cattolica e della Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace. I tanti scout Agesci arrivati da tutta Italia con le loro uniformi. C’è anche il mondo cattolico nel tripudio di bandiere di piazza del Popolo. La marea blu di 50mila persone che sabato pomeriggio, 15 marzo, ha risposto presente all’appello pro-Europa lanciato su Repubblica dal giornalista Michele Serra.

(foto: diocesi di Roma/Gennari)

Non è ancora cominciata la manifestazione quando incontriamo suor Nadia Bonaldo, delle Figlie di San Paolo. Si è fermata accanto all’obelisco con quattro sue consorelle. Intorno a loro continuano ad arrivare persone. Nei vari ingressi della piazza alcuni volontari distribuiscono bandiere europee e della pace. C’è anche chi sventola quella dell’Ucraina. «È una manifestazione che va al di là di tutte le ideologie – sottolinea la religiosa -. Bisogna manifestare, perché la pace è molto importante. Non è un’utopia. Chiediamo un’Europa più unita, più attenta ai vari bisogni. Forse negli ultimi tempi ci siamo un po’ adagiati sugli allori». Secondo suor Nadia, «Papa Francesco è un punto di riferimento unico. Anche in momenti non sospetti, ha sempre detto che la guerra non può essere l’ultima parola».

Fino a pochi minuti prima dell’inizio della manifestazione, c’è il sole a splendere sulla Capitale. Poi arrivano improvvisamente le nuvole, il vento e anche una leggera pioggia. Ma la folla rimane in piazza, la riempie del tutto. Tant’è che dopo poco viene chiusa e le persone cominciano a salire sulla terrazza del Pincio. La voce di Andrea Riccardi arriva anche lì. «Siamo diversi, ma tutti radunati da una passione che sentiamo forte in quest’ora: l’Europa e l’Europa unita!” – esordisce il fondatore di Sant’Egidio -. Di fronte ai grandi appuntamenti del futuro non si può non essere uniti – aggiunge -. L’Europa vuol dire pace. È una necessità storica, non una retorica. La storia ci ha consegnato questa meravigliosa missione: essere europei in questo mondo complicato, conflittuale e in rapido mutamento. Perché l’Europa è storia, non smemoratezza». Da Riccardi arriva anche l’invocazione alla pace «per chi nel mondo l’ha perduta», come «i nostri amici ucraini che hanno conosciuto per ben tre anni il dramma della guerra causata dall’aggressione russa. Chi non ha pace – conclude – possa contare su di noi!».

Oltre alle bandiere, si vedono anche tante scritte. «La salvezza non sta nella forza bruta delle armi, ma nella costruzione di rapporti umani», recita un cartellone che una signora si è appesa al collo. «Se prepari la guerra farai la guerra. La pace non si ottiene con la forza», si legge su un foglio attaccato su una transenna. Sotto al palco viene agitata un’enorme bandiera della pace. Tra le mani che la sorreggono anche quelle di Flavio Lotti, presidente della Fondazione PerugiAssisi. «Siamo qui perché siamo preoccupati per quello che sta succedendo» sottolinea, mentre mostra un cartello contro il riarmo. «La politica si sta suicidando e sta delegando tutto alle armi – aggiunge -. Con il pericolo dell’impoverimento e delle guerre che stanno diventando sempre più minacciose, abbiamo un fortissimo bisogno che l’Italia e l’Europa ricomincino a lavorare per la pace».

(foto: diocesi di Roma/Gennari)

Molti i giovani scesi in piazza a manifestare. Dal palco, si fa loro portavoce Alice Manoni, della segreteria organizzativa del Coordinamento nazionale giovani delle Acli. «Noi non ci tiriamo indietro – dice -. Raccontare e vivere un’Europa possibile per tutte e tutti è un sogno che noi giovani sentiamo potersi concretizzare attraverso l’azione quotidiana. L’Europa non è qualcosa di lontano. È nostra, è il nostro diritto a studiare e viaggiare senza bandiere, a lavorare senza sfruttamento, a costruire un futuro senza paura, a vivere in pace». Presente in piazza anche Lidia Borzì, consigliere nazionale Acli oltre che vicepresidente unica delle Acli provinciali di Roma, che alla vigilia della manifestazione aveva sottolineato: «Sosteniamo l’importanza di una mobilitazione collettiva che metta al centro pace, giustizia sociale e partecipazione democratica».

(foto: diocesi di Roma/Gennari)

Ai giovani hanno dedicato la loro vita Francesca e Gianluca, due capi scout Agesci di Grosseto. Sono arrivati a Roma appositamente per la manifestazione. «La nostra missione è quella di proporre ai ragazzi, fin da bambini, un modo di stare insieme semplice, in cui si gioca, si ragiona e ci si confronta. Questo era il sogno del nostro fondatore: diffondere la pace attraverso un’associazione trasversale che si diffondesse in tutto il mondo. Per questo siamo qui oggi». Francesco invece arriva da Vicenza. «Come Agesci, vogliamo un’Europa unita, che si faccia coraggio e che non venga abbandonata».

(foto: diocesi di Roma/Gennari)

Il pomeriggio si conclude con le parole di Liliana Segre, che manda un videomessaggio. «È giunta l’ora di fare davvero dell’Europa la nostra patria», invita la senatrice. Sul palco, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, Michele Serra e Claudio Bisio, che ha condotto la manifestazione, salutano tutti con un «Non perdiamoci di vista».

17 marzo 2025