Roma, emergenza rifiuti?

Il sindaco Raggi: «Scavalcare il picco delle feste e poi costruire un ciclo integrato». Il governatore Zingaretti: «Servono soluzioni durature». Il 25 ottobre sciopero delle partecipate

Per evitare lo stato di emergenza nella Capitale «bisogna prima scavalcare il “picco” delle feste e poi costruire un ciclo dei rifiuti integrato, spingendo sulla raccolta differenziata». Così si è espresso il sindaco di Roma Virginia Raggi ieri sera, 3 ottobre, nel corso dell’assemblea capitolina sulla questione emergenza rifiuti in città, a due giorni dalle dimissioni del consiglio di amministrazione di Ama spa e dalla nomina del nuovo amministratore unico Stefano Zaghis. La municipalizzata che gestisce la raccolta rifiuti della Capitale «rimarrà pubblica, non fallirà e non verrà privatizzata, ma c’è bisogno di arrivare fino alla fine di gennaio», ha sostenuto ancora la prima cittadina, guardando quindi ben oltre la proroga prevista dall’ordinanza regionale che obbliga gli impianti del Lazio ad accogliere i rifiuti romani fino al 15 ottobre.

La prossima tappa operativa sarà il tavolo al ministero dell’Ambiente insieme alla Regione, probabilmente già la prossima settimana. Ieri, intanto,il ministro Sergio Costa ha voluto replicare a distanza a Raggi, rivendicando il lavoro comune degli ultimi mesi: «Il sindaco non è stato lasciato da solo – ha puntualizzato -, la cabina di regia tecnica non si è fermata neanche a Ferragosto. Ci sono gli atti firmati». Il ministro ha anche fatto sapere di voler considerare «un’ordinanza che vada oltre la data della proroga dell’atto della Regione Lazio». Da parte sua, il governatore Nicola Zingaretti considera «la scadenza del 15 ottobre un termine congruo» che, unitamente «all’intesa firmata con le Marche e l’Abruzzo, resesi disponibili per lo smaltimento di una parte della spazzatura capitolina, permetteranno di mettere in sicurezza Roma e testimoniano il concreto impegno della Regione verso la Capitale». Zingaretti, come Costa, dunque, rivendica il supporto dato a Raggi in questa emergenza rifiuti ma sottolinea che «servono soluzioni durature perché è rischioso contare solo sull’aiuto degli altri: ognuno si assuma le proprie responsabilità e sia autosufficiente».

Intanto in città è scattato il pre-allarme sanitario: «Da una decina di giorni abbiamo avuto un aumento delle segnalazioni da parte dei cittadini su situazioni critiche relative ai rifiuti. Ne arriva almeno una al giorno – riferisce Enrico Di Rosa, direttore del Servizio di igiene e sanità pubblica della Asl Roma 1 -. Dopo l’apice della crisi fra giugno e luglio, con 50-60 chiamate a settimana, c’era stato un miglioramento grazie agli interventi operativi e normativi e anche allo svuotamento della città per le ferie, ma da metà settembre le chiamate sono aumentate di nuovo». I cittadini lamentano cattivo odore, specie nelle giornate di caldo umido, la presenza di mosche e insetti, soprattutto nei municipi centrali, il I e il II.

«La situazione rifiuti è al limite ed è tanto più grave davanti alle scuole, dove bambini e ragazzi si ritrovano cumuli di spazzatura, potenziale veicolo di infezioni – ha detto Mario Rusconi, presidente dell’associazione presidi del Lazio -. Siamo pronti a chiamare le Asl per verificare le condizioni igieniche, anche fino ad arrivare alla chiusura degli istituti». Sempre ieri, in serata, è arrivata la dichiarazione del presidente dell’Ordine dei medici di Roma Antonio Magi per il quale «la situazione è sicuramente allarmante ma occorre precisare che non c’è ancora alcuna emergenza sanitaria», tuttavia «l’attenzione resta comunque alta perché il nostro compito primario è la tutela della salute dei cittadini e a questo principio non possiamo mai derogare». Anche il ministro della Salute Roberto Speranza ha sostenuto che «sulla questione rifiuti a Roma c’è bisogno di massima attenzione e siamo in contatto con il sindaco Raggi».

Ancora, si prospetta una giornata difficile per la Capitale il prossimo 25 ottobre, quando sciopereranno i lavoratori delle 18 partecipate capitoline. L’agitazione è stata indetta da Cgil Roma e Lazio, Cisl Roma e Rieti e Uil Roma e Lazio; a rischio dunque raccolta dei rifiuti, mezzi pubblici ma anche mense, pulizie, farmacie comunali e sportelli sociali.

4 ottobre 2019