Roma è «Città aperta alla fraternità»
Al villaggio dei Focolari a Villa Borghese, nell’Earth Day, le testimonianze di chi ogni giorno fa emergere la solidarietà di cui è capace la Capitale
Al villaggio dei Focolari a Villa Borghese, in occasione dell’Earth Day, le testimonianze di chi ogni giorno fa emergere la solidarietà di cui è capace la Capitale
“Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”, la regola d’oro proposta da Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, ha unito le testimonianze di chi a Roma la mette in pratica tutti i giorni. Dal centro per le ragazze madri a Tor Sapienza, al sito web che permette di fare volontariato a chi crede di non avere tempo, ci sono le prove che a Roma esiste, come l’ha definito il moderatore Alessandro De Carolis, «un sommerso della solidarietà».
Domenica mattina, 25 aprile, nell’ambito delle iniziative organizzate per la Mariapoli, il villaggio temporaneo dei Focolari, con la collaborazione di Earth Day Italia, si è svolto al Galoppatoio di Villa Borghese l’incontro “Roma città aperta alla fraternità”: «Immaginate che qualcuno, mentre piove, vi porti spontaneamente un ombrello – ha presentato le iniziative De Carolis -. Immaginiamo di moltiplicare questi gesti, che cosa si creerebbe?»
La prima risposta l’ha data Melania Nicoli Salviati. Lei arrivata da Brescia a Tor Sapienza, un quartiere considerato difficile per l’alto tasso di immigrati, si è guardata intorno e ha agito: «La prima molla che mi ha spinta è stata la convinzione che ho sempre avuto che l’amore sia l’unica vera forza che può cambiare qualcosa, un amore fatto di gesti». Parlandone al bar e con i suoi vicini, ha deciso di scendere per strada, andavano da lei molte donne vittime di violenza, spesso costrette a vivere per strada con i loro bambini. Così, dalla sua iniziativa e da quella di 5 amiche, è nata 7 anni fa la casa “Ma Maison”, per dare riparo alle donne vittime di violenza: «Per volere bene a queste donne dovevo dare loro una casa. Prima le abbiamo ospitate nelle nostre, dopo abbiamo deciso che ci volesse una casa che andasse incontro ai loro bisogni». La casa è gestita dall’associazione “L’altro volto delle donne” e Salviati se ne occupa coordinando il “Volontariato cattolico Tor Sapienza”: «Adesso abbiamo 22 psicologhe volontarie che lavorano su questa realtà».
Il volontariato non è per forza un impegno full time. «Siamo delle gocce, ma pensiamo di riempire questo mare», recita così lo spot di romaltruista.it, il sito “made in Roma” che assicura: «Il volontariato comincia sotto casa». RomAltruista ha creato questo sito per venire incontro a chi per vari motivi non riesce a trovare il tempo. Melina Monteforte, vicepresidente, ha spiegato: «Offre attività aperte a tutti senza la necessità di assicurare la continuità, si può fare anche una volta sola, e se ci si trova bene si può tornare».
A Roma c’è chi è partito da un’azione sporadica e ne ha fatto una grande missione, come Dino Impagliazzo, dirigente in pensione. Impagliazzo dopo aver parlato con una persona disagiata in un bar, ha deciso di portare 10 panini a Termini a chi aveva fame, oggi offre 200 pasti al giorno con un gruppo di 250 persone. Il volontariato non è tutto. La regola d’oro, ha sottolineato De Carolis, «funziona benissimo anche nel lavoro», ovvero nell’industria. Livio Bertola, imprenditore nel settore meccanico, ha deciso di seguirla nei suoi stabilimenti.
La sua azienda produce componenti per auto e moto, nonostante la crisi ha deciso di assumere dei ragazzi profughi e il suo impegno è stato ripagato: «Sembrava che il lavoro non ci fosse ma ho deciso che dovevo dare una mano a chi ha più bisogno e ne abbiamo assunti due. Qualcuno le chiama coincidenze, qualcuno Provvidenza, il lavoro dopo è aumentato così tanto che ne abbiamo dovuti assumere altri sei, tutti provenienti dall’Africa». Bertola non è un caso isolato, dal 2012 è anche capo dell’Aipec, associazione italiana di aziende che vanno oltre il profitto e puntano a concretizzare l’Economia di Comunione, teorizzata da Chiara Lubich nel 1991, mantenendo un profilo laico: «Hanno già aderito un centinaio di aziende e contiamo 300 iscritti».
26 aprile 2016