Roma, dall’emergenza Covid all’emergenza abitativa

Con la proroga del blocco degli sfratti al 30 giugno, il Campidoglio lavora a «misure strutturali mai adottate in precedenza». Rigucci (Sicet): «Il disagio abitativo sta assumendo numeri allarmanti». L'assessore Vivarelli: «Richiesti fondi dal Recovery». Le voci di associazioni e proprietari

Nella moltitudine di provvedimenti da adottare in piena recessione economica generata dal Covid-19, si inserisce l’emergenza abitativa. Il blocco degli sfratti prorogato al 30 giugno rappresenta «una vittoria a metà» per il segretario generale del Sicet Roma e Lazio Paolo Rigucci. L’auspicio è che questo tempo venga utilizzato «per mettere in pratica degli ammortizzatori» perché, avverte, «la carneficina è soltanto rimandata». In Campidoglio si lavora per adottare «misure strutturali mai attuate in precedenza», introducendo soluzioni per l’emergenza, l’edilizia residenziale pubblica, il cohousing e al tempo stesso cercando di stimolare l’autonomia abitativa. Per Valentina Vivarelli, assessore comunale al Patrimonio e alle politiche abitative, è «fondamentale lavorare per dare risposte concrete ai cittadini e non trovarsi ad affrontare le politiche abitative solo su base emergenziale».

Guardando ai dati, Rigucci è allarmato dallo sblocco degli sfratti, che «aprirà le porte dell’inferno» a migliaia di famiglie. Prima dell’emergenza sanitaria, spiega, venivano emesse oltre 7.500 sentenze di sfratti all’anno, di cui 4mila eseguite con la forza pubblica. «Il disagio abitativo a Roma sta assumendo numeri allarmanti – prosegue -. Ci sono 5mila nuclei familiari in occupazione, 1.200 nei residence del Comune, 14mila persone in lista di attesa per le case popolari, più settemila esclusi, 1.500 dei quali per piccoli errori nella compilazione dei documenti». In merito alle case popolari, Vivarelli ricorda che il Campidoglio prevede «di coprire la quasi totalità delle richieste in graduatoria acquistando immobili dai quali ricavare 10mila alloggi. È stata infatti presentata la richiesta di 2 miliardi di euro da finanziare con le risorse del Recovery Fund e tra i progetti c’è il recupero dell’ex scuola di via Cardinal Capranica». L’assessore capitolino evidenzia anche la volontà di Roma Capitale di aprire all’housing sociale, uno strumento che «permetterà a molte famiglie di affittare a canone calmierato» e a tal proposito nei giorni scorsi è stata firmata una convenzione per mille alloggi a Santa Palomba.

Rigucci propone di «rimettere in piedi un sistema che miri alla gestione del sistema dell’abitare a tutto tondo» e sulla stessa linea si orienta Emiliano Guarneri, segretario provinciale del Sunia Roma, per il quale «bisogna prevedere soluzioni che abbiano respiro più ampio». I prossimi 4 mesi di blocco degli sfratti, inoltre, devono essere utilizzati per trovare soluzioni che possano «arginare quella che sarà inevitabilmente un’emergenza». Guarneri propone quindi l’apertura di un tavolo di confronto con il prefetto e le istituzioni, «per governare l’andamento degli sfratti, e l’istituzione di una commissione graduazione sfratti che consenta di capire come procedere cronologicamente. Serve favorire una rinegoziazione dei canoni con i proprietari fornendo loro un ristoro».

Trovare «ricette» che possano arginare il problema è impossibile per la presidente di Uniat Lazio Patrizia Behmann. «La situazione è drammatica da anni e oggi è talmente difficile da gestire che non esiste ricetta», afferma. A suo dire l’errore è stato «vendere, ottenendo tra l’altro ricavi minimi, i grandi patrimoni immobiliari che facevano da cuscinetto tra privato e pubblico. Il patrimonio immobiliare è gestito male. Se si vuole risolvere l’emergenza abitativa a Roma è necessario attuare un nuovo e serio modello».

La proroga del blocco degli sfratti ovviamente non è stata ben recepita dai proprietari delle abitazioni. In merito all’ipotesi di una ulteriore proroga al 31 dicembre degli sfratti per morosità, Cesare Boldorini, segretario provinciale degli accordi territoriali dell’Asppi, sottolinea che il provvedimento «aggrava ulteriormente la situazione». Considerati i tempi di pubblicazione di una sentenza a Roma, «la maggior parte di quelle per morosità riguardano situazione consolidate precedenti alla pandemia. È azzardato dire che tutti gli inquilini sono diventati morosi per difficoltà finanziarie legate al Covid». L’Asppi ha chiesto «fin da subito» di fare una cernita delle situazioni e di «agevolare i proprietari, incentivandoli con agevolazioni fiscali che potrebbero indurli a riconvertire queste citazioni per sfratto in nuovi contratti. Bisogna introdurre meccanismi di governo perché – conclude – proseguire con la proroga del blocco significa creare insicurezza nel mercato locativo. L’unica garanzia sarebbe la fideiussione bancaria ma non tutti gli inquilini hanno questa possibilità quindi questo rischia di restringere ulteriormente la platea di coloro che possono accedere al mercato delle erogazioni, amplificando l’emergenza abitativa».

26 febbraio 2021