Roma capitale europea dell’azzardo

Il 66,3% dei giovani tra i 13 e 17 anni gioca d’azzardo almeno una volta all’anno; mentre il 36,3% lo fa in modo abituale. I dati del rapporto della Caritas diocesana. Nel ’16 spesi 96 miliardi di euro

Roma è la capitale europea dell’azzardo. Il gioco non è più un gioco. Nella Capitale il 66,3% dei giovani tra i 13 e 17 anni gioca d’azzardo almeno una volta all’anno; mentre il 36,3% lo fa in modo abituale. Questi alcuni dati emersi dalla ricerca sul fenomeno del gioco d’azzardo tra gli adolescenti, emersa da un rapporto della Caritas di Roma. Dallo studio, inoltre, emerge come si sottovalutino i rischi dell’azzardo. Quello che inizia per gioco diventa una voragine che inghiotte denaro e persone. «Sto seguendo il caso di un giovane, appena ventenne, che ha speso oltre 60mila euro», sottolinea monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma. La dea bendata rende. Nel 2016 gli italiani hanno speso oltre 96 miliardi di euro. «Bisogna intervenire soprattutto sui giovanissimi», sottolinea l’arcivescovo vicario Angelo De Donatis. Infatti a Roma i tredicenni che giocano da una volta l’anno a tutti i giorni sono oltre la metà (56,5%).

conferenza stampa azzardo caritas bambino gesù Enrico Feroci, Stefano Vicari, Walter Insero«Non dobbiamo lasciare le persone sole, ma aiutare chi è caduto a risollevarsi», dice De Donatis. Ecco dunque un indirizzo email dedicato attivato dall’Ospedale Bambino Gesù: iogioco@opbg.net per ricevere aiuto dagli specialisti di Neurospichiatria infantile dell’ospedale pediatrico della Santa Sede. Infatti, oltre al rapporto che ha fotografo la situazione nella capitale, è stato presentato un progetto che vede insieme Caritas e Bambino Gesù per dare un supporto a chi è caduto nella trappola. «Il gioco d’azzardo è un disturbo mentale. C’è una genetica e fattori ambientali. Fondamentale è intercettare precocemente la dipendenza. In questo un ruolo essenziale lo hanno genitori e insegnanti», spiega Stefano Vicari, responsabile del Centro di Neuropsichiatria infantile del Bambino Gesù.

conferenza stampa azzardo caritas bambino gesùImportante, dunque, saper leggere dei segnali
: «come i cambiamenti d’umore che si protraggono nel tempo fino al punto di condizionare la vita sociale. E la tendenza all’isolamento e alla tristezza». Un ruolo essenziale è svolto dalla famiglia. «I genitori – continua Vicari – devono fare un percorso con il figlio. Bisogna dedicare loro del tempo. Prima dei 12 anni è dannoso dare ad un figlio un tablet o uno smartphone». Ma cosa attrae del gioco d’azzardo? «Il desiderio di una vincita favolosa. L’idea di risolvere un problema con la fortuna», evidenzia il direttore della Caritas di Roma. «Questo è una rovina – continua – perché elimina l’impegno, il sacrificio, la responsabilità. Si vizia la società». Vincere la prima volta è il vero tranello che induce a continuare fin quando non se ne può fare più a meno. Il gioco è la risposta ai problemi. Ma non solo. È una risposta alla portata di tutti perché si può giocare ovunque: al supermercato, in autogrill, al bar. Non è necessario andare in una sala. Inoltre, sul gioco non c’è ignoranza: «È conosciuto dalla quasi totalità degli adolescenti», sintetizza Elisa Manna, responsabile del Centro studi della Caritas di Roma.

«Il maggior canale – continua – è la pubblicità in tv e online». «I giochi maggiormente praticati tra i minorenni sono le scommesse sportive l’88,3%, poi Gratta e vinci (48%), le scommesse online (30,2%). Queste ultime rappresentano una fetta importante e in costante aumento tra i minori, soprattutto attraverso gli smartphone. Mentre il 25% dei minorenni si dedica ai giochi con le carte, il poker, il Blackjack e le slot machine. Inoltre il 37,2% dei tredicenni conosce direttamente ragazzi che giocano d’azzardo, dato che sale al 72,5% tra i ragazzi delle superiori». Il vicario De Donatis lancia un monito: «Bisogna puntare all’educazione e ad un uso responsabile della libertà fornendo strumenti ai giovani e alle loro famiglie».

 

27 giugno 2018