Roma, Capitale degli incidenti

Presentato il rapporto Aci – Istat relativo al 2013: sulle strade della Città eterna, 100 morti all’anno. Grande raccordo anulare e consolari tra le arterie più pericolose. A livello nazionale, cala il numero di incidenti e vittime

La Città eterna è in testa alla classifica delle località italiane con il numero più alto di incidenti stradali: 12.974 nel corso del 2013. 101 gli incidenti mortali. Lo rivela il rapporto Aci-Istat presentato ieri, martedì 4 novembre, nella Capitale, relativo agli incidenti stradali dello scorso anno. La maglia nera però passa a Napoli se si prende in considerazione l’indice di mortalità, vale a dire il numero di incidenti mortali sul totale dei sinistri. In questo caso, Roma, con il suo 0,78, si colloca a metà classifica; posto che occupa anche nell’analisi dell’indice di mortalità per numero di abitanti, per tornare però tristemente in testa con il dato dei pedoni rimasti uccisi: 39.

Tra le strade capitoline più pericolose, il Grande raccordo anulare, con un tasso di incidenti, nel tratto all’altezza di Portonaccio, pari a 14,6 per chilometro. Da temere anche la Pontina (7,8), l’Appia (7,6), l’Aurelia (7), ma anche la via Cassia in direzione Viterbo. Da non dimenticare nemmeno Flaminia e Salaria. Una casistica particolare riguarda i veicoli a due ruote, per i quali le strade più pericolose sono via Casilina, con i suoi 7 incidenti registrati nel 2013, via Appia con 5 e via Cassia con 4. In tutto nel Lazio sono 97 i ciclisti coinvolti in incidenti nel corso dell’anno passato, molti dei quali sulla via Pontina, attraversata in bici da molti immigrati anche di notte, senza luci né catarifrangenti, ma la strada più pericolosa in assoluto si rivela via Aurelia.

Allargando lo sguardo al panorama nazionale, il 2013 ha contato 181.227 incidenti stradali con lesioni a persone; 3.385 i morti, 257.421 i feriti. Dati che dicono una flessione del numero di incidenti, che scende del 3,7% rispetto al 2012. In calo anche il numero dei feriti (-3,5%) e dei morti (-9,8%). Tra il 2001 e il 2013, si legge nel rapporto, la riduzione delle vittime della strada è stata del 52,3%: da 7.096 3.385. 26.010 le vittime di incidenti stradali in tutto il territorio dell’Unione europea, con una riduzione, tra il 2013 e il 2010, del 17,7%. Vale a dire, 51,4 persone decedute in un incidente stradale ogni milione di abitanti. Nella graduatoria europea, l’Italia è al 14° posto, dietro Regno Unito, Spagna, Germania e Francia. Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane, autostrade esclude, dove si sono verificati 4,63 decessi ogni 100 incidenti. Il numero scende a 1,04 ogni 100 sulle strade urbane, per salire poi nuovamente a 3,46 sule autostrade.

L’orario più pericoloso: tra le 3 e le 6 del mattino, fascia oraria nella quale si è registrata una media di 5 decessi ogni 100 incidenti, a fronte di una media giornaliera pari a 1,87. La domenica il giorno coni il livello più alto dell’indicatore: 3,1 morti per 100 incidenti. Complessivamente, tra le 22 e le 6 del mattino l’indice è più elevato fuori città, il lunedì e la domenica notte, con, rispettivamente, 8,32 e 7,94 decessi ogni 100 incidenti. Conducenti di veicoli, in 67,9 casi su 100, le vittime degli incidenti; nel 15,9% dei casi i passeggeri traportati; nel 16,2% i pedoni. Le più coinvolte negli incidenti stradali sono le autovetture (67,5%); seguono i motocicli (12,8%), gli autocarri (6,4%), le biciclette (5,3%) e i ciclomotori (4,5%).

5 novembre 2014