Roma Capitale attiva due strutture ponte per l’accoglienza dei migranti

Servono all’isolamento necessario prima di essere inseriti nel circuito del Sistema capitolino. La collaborazione con Intersos e con la cooperativa Medihospes

Si chiamano “Barzilai” e “Bakhita” le due strutture ponte attivate dal Campidoglio sul territorio cittadino per dare ospitalità a migranti richiedenti e titolari di protezione internazionale nel periodo di isolamento necessario, in questo tempo di pandemia, prima dell’inserimento nel circuito del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) capitolino. A renderlo possibile, il protocollo sottoscritto dal Dipartimento Politiche sociali di Roma Capitale in accordo con la Asl Roma 2, Servizio di igiene e sanità pubblica e Uoc Tutela degli immigrati e stranieri, in collaborazione con l’organizzazione umanitaria Intersos e la cooperativa Medihospes.

La rete costituita dal protocollo prevede l’individuazione e il coinvolgimento delle persone destinatarie del servizio da parte del Dipartimento Politiche sociali del Campidoglio. La Asl Roma 2 provvede alla programmazione ed effettuazione dei tamponi all’inizio e alla fine della quarantena e, in caso di comparsa di sintomi, alla pronta esecuzione di test molecolari. Intersos gestisce le operazioni di triage all’ingresso e la sorveglianza sanitaria costante degli ospiti. Alla cooperativa Medihospes, in qualità di organismo attuatore dei progetti di accoglienza integrata, il compito di supportare l’andamento delle operazioni e gestire le attività di accoglienza, sostegno, orientamento e inclusione successive alla fase dei triage di ingresso degli ospiti per la durata della quarantena.

“Barzilai” può accogliere 16 uomini e 5 donne, distribuiti in altrettante stanze singole con annesso bagno; dalla sua apertura, ad agosto 2020, ha dato ospitalità a 135 persone permettendo di individuare, tra queste, 6 positivi al Covid-19 pur in assenza di contatti diretti noti con persone positive o di sintomi. La struttura “Bakhita”, aperta lunedì 11 gennaio, ha a disposizione 6 appartamenti ed è destinata alla quarantena di nuclei familiari. Quarantena che prevede, per tutti, 10 giorni di isolamento, sorveglianza attiva per il monitoraggio dello stato di salute degli ospiti, con rilevazione della temperatura corporea due volte al giorno, esecuzione di test molecolari in caso di comparsa dei sintomi ed esecuzione di due test antigenici, di cui uno in ingresso e il secondo a fine quarantena. Se l’esito di quest’ultimo è negativo, dopo il rilascio del certificato di idoneità all’inserimento – con allegati i referti della Asl – è possibile il trasferimento nella struttura Sai assegnata. Nel caso in cui invece, già durante il triage d’ingresso, la persona presenti sintomi riconducibili al Covid-19 o abbia avuto contatti stretti con casi confermati o sospetti, la Asl effettua subito un test molecolare in seguito al quale, in caso di esito positivo, provvede al trasferimento in una struttura alberghiera Covid dedicata all’isolamento dei casi.

Il sindaco Virginia Raggi rivendica l’impegno «per la prevenzione e la tutela della salute. Le due strutture ponte – spiega – garantiscono la possibilità alle persone migranti richiedenti e titolari di protezione internazionale di avere la garanzia di un monitoraggio sanitario specifico. Ciò rende l’accoglienza sicura per loro stessi e per gli altri ospiti delle strutture». Parla di «un ulteriore tassello che si aggiunge alla rete solidale di supporto e di monitoraggio sanitario» l’assessore capitolino alla Persona, scuola e comunità solidale Veronica Mammì. «Barzilai e Bakhita – dichiara – sono due punti di snodo determinanti, che ci permettono di tutelare il diritto all’accoglienza in piena sicurezza, garantendo anche una quotidianità condivisa per le famiglie. Un risultato del fare rete, dell’impegno a unire competenze ed energie per rispondere ai bisogni di tutti»,

Contenere la diffusione del nuovo coronavirus nelle fasce più fragili della popolazione e «garantire l’equità di accesso alle prestazioni sanitarie»: questo l’obiettivo descritto dal direttore generale della Asl Roma 2 Flori Degrassi. «La formalizzazione delle procedure di sorveglianza sanitaria per le nuove accoglienze in Sai – gli fa eco il direttore della Regione Europa di Intersos Cesare Fermi – arriva a suggellare mesi di lavoro intenso che hanno visto le unità sanitarie mobili Intersos lavorare in rete con Roma Capitale e la Asl Roma 2 al fine di tutelare la salute di persone vulnerabili in un momento cruciale quale quello dell’attuale crisi pandemica. Se la sospensione delle accoglienze avvenuta a marzo ha rappresentato un importante gap – prosegue -, la sinergia (pubblico – privato sociale) che è stato possibile creare fin da agosto 2020 nella realizzazione di Barzilai prima e di Bakhita poi, dimostra quanto sia possibile mettere a sistema risorse e percorsi volti alla tutela della salute individuale e collettiva che siano equi, integrati e sostenibili».

13 gennaio 2021