«Roma alla ricerca della comunità»

Come la Chiesa locale si è preparata all’incontro con i pellegrini dell’Anno Santo del 1975. Rapida panoramica nei 5 settori della Diocesi

Una diocesi di 933,35 chilometri quadrati ed una popolazione di oltre due milioni e mezzo di abitanti si appresta ad ospitare per il 1975, l’anno giubilare, una folla di milioni di pellegrini. L’indagine demografica fatta dal Comune di Roma nel 1951, ossia l’anno dopo l’ultimo anno giubilare, rilevava una popolazione di 1.695.477 abitanti. In cifre diciamo che, in venticinque anni, Roma ha avuto un incremento di abitanti valutabile intorno al milione di unità. Non è trascurabile, inoltre, il grosso fenomeno degli spostamenti continui all’interno della città e verso i quartieri periferici o residenziali.

Al grosso problema numerico o di rimescolamento, va aggiunto quello di qualificazione degli abitanti stessi e tutto ciò che il nuovo fatto comporta. A Roma la popolazione laureata oggi raggiunge valori del 24 per cento contro l’8,9 per cento della media nazionale e la presenza giovanile impegnata nella scuola tra i 14 e i 25 anni è di oltre il 55 per cento dei giovani.

C’è poi tutta la situazione economica che dà subito un evidente cambiamento. Si valuta che circa un terzo delle famiglie romane gode di un reddito medio mensile compreso tra le duecento e le trecentomila lire, mentre per un ulteriore 38 per cento il reddito si calcola tra le cento e le duecentomila lire mensili; a queste percentuali si aggiungano due fasce di circa il 15 per cento l’una con un reddito che si calcola o al di sotto o al di sopra delle quote suddette. Questi dati sono di dominio pubblico e non esiste organo di informazione che non se ne sia occupato di frequente.

Ma venendo all’Anno Santo, abbiamo avuto occasione di fare una rapida panoramica sulla situazione a Roma con i Vescovi responsabili dei cinque settori della diocesi. «All’inizio -, dice Mons. Terrinoni, Vescovo Ausiliare della Diocesi per il settore Est di Roma – parlare dell’Anno Santo è stato difficile: questo avvenimento non era sentito. Poi abbiamo trovato delle valide soluzioni, tipo chiusura della visita pastorale con l’acquisto del Giubileo, che hanno facilitato l’interesse dei fedeli verso questo grande avvenimento».

Il rischio di fare un discorso che cadesse nel vuoto e nell’incomprensione è stata una difficoltà che tutta la Diocesi ha dovuto affrontare: difficoltà unanimemente rilevata da tutti i cinque Vescovi di Settore. «Fare un bilancio oggi e stabilirlo in termini statistici – afferma Mons. Ragonesi, Vescovo per il Settore Sud di Roma – è impossibile; il tema dell’Anno Santo è dovuto passare attraverso l’attenzione prima dei sacerdoti, i quali hanno deciso in comune, prefettura per prefettura, come attuare iniziative atte a richiamare la riflessione del credente nelle rispettive Parrocchie».

Iniziative queste, che pur ispirandosi a quelle programmate per tutta la diocesi, hanno contribuito al ripensamento locale del tema giubilare. «Si è insistito – continua Mons. Ragonesi – innanzi tutto per valorizzare riferimenti e richiami della liturgia, come per farne oggetto di incontri di gruppo con la partecipazione di esperti e talvolta anche degli stessi Vescovi». Un po’ ovunque si sono avuti pellegrinaggi parrocchiali, o presso la Cattedrale del Papa o presso altre Basiliche Maggiori, talvolta, come nel Settore Est, presso le Catacombe.

«La borgata di Primavalle – conferma Mons. Pocci, Vescovo Ausiliare per il Settore Ovest – si è mossa generosamente per le varie iniziative parrocchiali e interparrocchiali, e ha vissuto il culmine giubilare diocesano con una notevolissima affluenza di fedeli nella Basilica di San Sebastiano, a contatto coi martiri delle Catacombe». Sebbene l’interesse sia andato facendosi più forte col passare dei giorni, i Vescovi di Settore hanno, in genere notato una maggiore difficoltà alla partecipazione giubilare degli strati sociali economicamente più evoluti e nelle zone medie elevate.

«Questi ceti hanno risposto sentitamente alla raccolta dei fondi per venire incontro ai pellegrini più disagiati, con offerte talvolta anche generose; ma forse – dice mons. Zanera, che si occupa del Settore Nord di Roma – hanno sentito meno altre forme di iniziative, legate alla accoglienza diretta o a quelle più tradizionali. Certamente il clima di differenza oggi imposto dalla società e il tempo diversamente impegnato (il sabato queste famiglie hanno altri impegni e la domenica sono fuori città) contribuiscono a sollecitare una partecipazione singola e quindi meno comunitaria».

Il Settore Centro di Roma, che conta circa 180 mila abitanti con 43 parrocchie, ha diviso il proprio impegno giubilare tra le molte chiese-rettorie e le confraternite cui fanno capo, le quali, si sono collegate in modi concreti con le confraternite sorelle di fuori Roma, offrendo loro solidarietà durante il pellegrinaggio romano. E c’è poi il problema degli anziani e dei poveri, particolarmente grave nel centro di Roma, in via spopolamento e di depauperamento: «C’è qualcosa di peggiore delle baracche – dice Mons. Pascoli, Vescovo del Settore Centro – e sono le soffitte».

Là abitano molte persone anziane spesso isolate e inferme. Sempre al centro è in via di completa organizzazione una iniziativa che serve da trait-d’union fra l’anno giubilare diocesano e quello universale che sta suscitando vivo interesse ovunque. è in atto un collegamento fra tutte le chiese titolari di sedi cardinalizie (soprattutto al centro, ma questo è un discorso che vale anche per le chiese parrocchiali a cui è stato legato, in questi ultimi anni, un Titolo) e la diocesi o la nazione dove è pastore il cardinale stesso. I Vescovi venuti al Sinodo appena concluso, si sono fatti attenti a questa iniziativa e hanno predisposto che i loro connazionali pellegrinanti si incontrino con le rispettive chiese nazionali e coi titoli dei loro Vescovi a Roma e stabiliscano rapporti non solo di comunione ma anche di assistenza secondo le necessità più urgenti.

«Troveremo a Roma una comunità viva coloro che verranno per l’Anno Santo?» si è chiesto il cardinale Poletti in un recente incontro diocesano. Forse la risposta non è difficile e alla conclusione di questo primo periodo giubilare diocesano, sebbene sia impossibile fare delle previsioni, si può con fiducia affermare che la Comunità locale di Roma, pur nelle difficoltà obiettive (sociali, morali, culturali e religiose) che in questo quarto di secolo ha vissuto, si sta con impegno preparando al grande avvenimento che la vede protagonista in prima persona. (Fernando Filoni)

29 dicembre 1974