Risparmi, 1 famiglia su 4 in difficoltà con spese impreviste da mille euro

Rapporto Acri-Ipsos: cala la sfiducia degli italiani sulle sorti del Paese e dell’euro, crescono le famiglie che riescono a risparmiare tagliando le spese, ma la crisi è ancora molto grave per più di 4 persone su 5

Dopo l’annus horribilis del 2013, arrivano i primi segnali di fiducia degli italiani nel futuro, anche se la crisi fa sentire ancora la gravità sulle tasche e sui bilanci delle famiglie. È quanto emerge dall’indagine “Gli italiani e il risparmio” realizzata da Ipsos e Acri, l’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa, presentata ieri, giovedì 30 ottobre, a Roma in occasione della 90ª Giornata mondiale del risparmio. Secondo lo studio, la crisi economica morde ancora e ha ridotto le riserve di denaro delle famiglie italiane: una su 4, infatti, non riuscirebbe a far fronte a una spesa imprevista di mille euro con risorse proprie (sono il 25 per cento, in crescita rispetto al 2013), mentre è una su tre se la spesa imprevista dovesse arrivare a10 mila euro (il 37 per cento, +6 punti percentuali rispetto al 2013).

Nonostante le difficoltà, l’attitudine al risparmio degli italiani non è venuta meno e il 2014 conferma i segnali positivi registrati per il secondo anno consecutivo, come la crescita di 4 punti percentuali del numero di coloro che sono riusciti a risparmiare (passati dal 29 al 33 per cento) e il decremento delle famiglie in saldo negativo di risparmio. Un “assestamento nella crisi”, spiega l’indagine, che per gli italiani ha significato soprattutto un ridimensionando degli acquisti. Secondo lo studio, infatti, la razionalizzazione delle spese ormai riguarda tutti e «persino i pochissimi il cui tenore di vita è migliorato – spiega l’indagine – hanno molto ridotto le spese per ristoranti e pizzerie, viaggi e vacanze, cinema, teatro e concerti, vestiti e accessori e giochi in denaro».

Sebbene la crisi sia ritenuta ancora grave da più di 4 italiani su 5, però, non mancano i primi segnali di fiducia. Soprattutto tra i giovani dai 18 ai 30 anni fra cui gli ottimisti salgono in un anno dal 25 al 28 per cento, mentre i pessimisti scendono dal 21 al 16 per cento. Tuttavia, ad aver fiducia sulle sorti dell’Italia è solo un italiano su quattro. Il 43 per cento degli intervistati, infatti, è sfiduciato, ma il dato, spiega l’indagine, è comunque migliore di quello dello scorso anno. A deludere gli italiani, infine, l’Europa e lo stesso euro. Quasi 3 italiani su 4 sono insoddisfatti della moneta unica (74 per cento), ma per il futuro gli italiani sono più fiduciosi, anche sull’Europa. «La fiducia che l’Unione europea nei prossimi 5 anni saprà andare nella giusta direzione è alta – si legge nell’indagine -: il 65 per cento degli italiani ci crede. Solo il 22 per cento ritiene che la Ue andrà nella direzione sbagliata. E anche l’euro appare la soluzione vincente se ci si proietta nel lungo periodo: gli italiani convinti che tra 20 anni essere nell’euro sarà un vantaggio salgono dal 47 al 52 per cento».

31 ottobre 2014