Risoluzione Ue per liberare Mosul, Acs: «Sempre al fianco degli sfollati»

Aiuto alla Chiesa che soffre-Italia ha stanziato oltre 5 milioni per i profughi iracheni. Il direttore: «Grati al Parlamento per questo atto»

Aiuto alla Chiesa che soffre-Italia ha stanziato oltre 5 milioni per i profughi iracheni. Il direttore: «Grati al Parlamento per questo atto»

Esprime apprezzamento per la risoluzione approvata dal Parlamento europeo che intende sostenere la liberazione di Mosul dall’Isis. Assicura che continuerà il proprio impegno al fianco dei civili e delle minoranze religiose nella zona settentrionale del Paese. Il direttore della sezione italiana di Aiuto alla Chiesa che soffre, Alessandro Monteduro, spiega che il provvedimento di Bruxelles «riconosce l’importanza di coinvolgere le organizzazioni di ispirazione religiosa in interventi umanitari coordinati, in particolare per le minoranze etniche e religiose sfollate. Siamo grati al Parlamento per questo, perché l’impegno della fondazione, a livello internazionale, è molto forte». Parole che tradotte in numeri sono sintetizzate nei progetti approvati fra giugno e ottobre di quest’anno: sono stati stanziati per l’affitto semestrale di case per i profughi interni cristiani presenti ad Erbil un milione 600mila euro, mentre 3 milioni 800mila euro servono per il sostegno finanziario e per fornire cibo a 12mila famiglie cristiane e non cristiane, sempre appartenenti alla categoria degli sfollati interni, principalmente a Mosul.

I deputati si sono detti profondamente preoccupati dalle «continue segnalazioni che denunciano l’uso, da parte dell’Isis di bambini, anziani, donne e persone vulnerabili come scudi» e hanno condannato la violenza estrema diffusasi su tutto l’Iraq. Nel testo della risoluzione si afferma inoltre che l’Isis sta commettendo un genocidio nei confronti dei cristiani, degli yazidi e di altre minoranze e si invitano gli Stati membri dell’Ue a esercitare pressioni in vista di un deferimento alla Corte penale internazionale. «Siamo contenti, perché negli ultimi mesi abbiamo lanciato diversi appelli in tal senso», afferma Monteduro, che manifesta apprezzamento anche per «l’attenzione rivolta dal Parlamento europeo alle minoranze etniche e religiose affinché siano incluse nel futuro assetto amministrativo e possano partecipare al processo politico, dopo il necessario ripristino dei loro diritti di proprietà».

28 ottobre 2017