Rischio salute per 520mila bambini rohingya profughi in Bangladesh
A lanciare l’allarme è l’Unicef, in vista della stagione dei monsoni e dei cicloni ormai in arrivo. Si temono epidemie di colera e casi di epatite E, mortale per le donne in gravidanza e i loro piccoli
Sono 650mila i rifugiati rohingya che il governo del Bangladesh ha accolto dal 25 agosto scorso. Ora però la stagione dei monsoni e dei cicloni ormai alle porte mette ancora di più a rischio, in Bangladesh, la salute e la sicurezza di oltre 520mila piccoli rohingya che vivono in campi profughi sovraffollati e in insediamenti informali. A lanciare l’allarme è l’Unicef: «Centinaia di migliaia di bambini già vivono in condizioni terribili, e affronteranno un rischio ancora maggiore di malattie, alluvioni, frane e ulteriori sfollamenti – dichiara il rappresentante in Bangladesh Edouard Beigbeder -. Acqua non sicura e condizioni igienico-sanitarie non adeguate possono causare epidemie di colera e casi di epatite E, una malattia mortale per le donne in stato di gravidanza e per i loro bambini. Allo stesso tempo le pozze d’acqua stagnante possono attirare zanzare che portano malaria».
Tra la popolazione rifugiata a oggi sono stati già segnalati oltre 4mila casi di difterite, con 32 decessi, tra cui almeno 24 bambini. Proprio per questo l’Unicef e i suoi partner hanno lanciato una campagna di vaccinazione contro la difterite e stanno lavorando per fornire ai bambini e alle famiglie accesso ad acqua sicura e a servizi igienici, ma il sovraffollamento e il rischio crescente di fenomeni meteorologici estremi aumentano il pericolo di ulteriori epidemie. Con l’arrivo dei monsoni, a partire da marzo, è alto il rischio che i rifugi, il sistema idrico, le latrine e altre infrastrutture vengano gravemente danneggiati durante temporali o alluvioni.
16 gennaio 2018