Ripresa delle attività pastorali, la nota del Vicariato

Il segretario generale firma una lettera inviata a tutti i parroci per fornire alcune linee comuni, tra cui il patto per il rispetto delle regole da sottoscrivere con le famiglie, per il contrasto della diffusione del coronavirus

L’obbligo della mascherina, il rispetto della distanza interpersonale, il controllo della temperatura, l’igienizzazione delle mani. In una lettera indirizzata a tutti i parroci della diocesi, il prelato segretario generale del Vicariato mette nero su bianco alcune indicazioni per la ripresa delle attività pastorali, alla vigilia dell’apertura del nuovo anno. Una nota che tiene conto anzitutto delle “Linee operative per la ripresa della catechesi” pubblicate dalla Cei il 2 settembre scorso. L’obiettivo: favorire la ripartenza delle attività, «nel rispetto delle necessarie misure di prevenzione del contagio da covid-19», scrive Pedretti. La base è il quadro normativo vigente, oltre che la situazione epidemiologica in atto. «Eventuali modifiche o integrazioni delle precauzioni da adottare saranno oggetto di successive comunicazioni», aggiunge.

Per quanto riguarda le celebrazioni liturgiche, si ricorda che già dal mese di agosto «è possibile reintrodurre la presenza di cori». Dalla Regione Lazio non è arrivata invece nessuna disposizione in merito alla richiesta avanzata dalla Cei di poter derogare, «in presenza di determinate condizioni», al numero massimo di 200 persone ammesse nei luoghi chiusi. Decisione che il Comitato tecnico scientifico ha affidato, appunto, alle singole giunte regionali.

«Su un piano generale – evidenzia Pedretti – occorre avere sempre presente l’eventualità che le iniziative pastorali “in presenza” debbano essere sospese. È bene dunque dotarsi delle risorse e delle procedure che consentano di proseguire comunque, ancorché a distanza, le attività programmate». In ogni caso, si richiama, come condizione necessaria per qualsiasi attività in presenza, il rispetto della distanza di sicurezza di un metro, da raddoppiare nel caso in cui sia previsto lo svolgimento di un’attività fisica. Misure che non valgono, naturalmente, per quanti non sono soggetti al distanziamento interpersonale, come i componenti dello stesso nucleo familiare, o i disabile con i relativi accompagnatori. Obbligatorio anche l’uso della mascherina, correttamente indossata, da portare anche all’aperto quando non sia possibile il rispetto delle distanze interpersonali. Anche qui, «sono fatte salve le eccezioni previste dalle disposizioni vigenti».

Prima di ogni incontro poi, si legge nella lettera, «occorre avvisare i partecipanti che non potranno prendervi parte coloro che abbiano temperatura corporea superiore ai 37,5° o altri sintomi influenzali; chi è in quarantena o in isolamento domiciliare; chi è entrato in contatto stretto con una persona affetta da Covid-19 negli 14 giorni precedenti». Possibile, per la parrocchia, provvedere alla misurazione della temperatura, così come mettere a disposizione dispenser di soluzione idroalcolica in tutti gli ambienti, per provvedere all’igienizzazione delle mani. «Le presenze alle diverse iniziative – è l’esortazione – siano scrupolosamente segnate su un apposito elenco, da conservare per almeno 30 giorni». Prima e dopo ogni evento, poi, «si effettui la corretta igenizzazione degli ambienti e degli arredi».

Ancora, ai parroci viene rivolto l’invito a gestire i flussi di entrata e di uscita alle diverse iniziative, garantendo sempre la distanza interpersonale di sicurezza. «Chi dovesse contrarre l’infezione, «non potrà essere riammesso alle diverse attività fino alla piena guarigione, certificata secondo i protocolli previsti». In più, per quanto riguarda i bambini e i ragazzi di età inferiore ai 18 anni, sarà necessario fornire alle famiglie «il calendario degli incontri e le loro modalità». Saranno anche illustrate le misure di prevenzione adottate e i comportamenti richiesti, illustrati in una segnaletica comprensibile anche ai più piccoli e contenuti in un patto per il rispetto delle regole che parrocchia e famiglia sono chiamate a sottoscrivere. «I genitori e gli adulti coinvolti nelle attività – ancora le parole di Pedretti – saranno invitati a un continuo auto monitoraggio delle condizioni di salute proprie e del proprio nucleo familiare». Inoltre «deve essere garantita una zona di accoglienza oltre la quale non è consentito l’accesso a genitori e accompagnatori». Una «particolare attenzione» verrà posta quindi sulla disinfezione di «tutti gli oggetti che vengono a contatto con bambini e ragazzi». A cominciare dai banchi. Se poi durante un incontro un minore manifestasse sintomi da infezione – «tosse, raffreddore, congiuntivite, febbre» – è necessario che sia momentaneamente isolato; «la famiglia, tempestivamente informata, provvederà a riprenderlo nonché a contattare il pediatra di libera scelta o il medico di base».

Da ultimo, il segretario del Vicariato elenca gli obblighi a cui è tenuta la parrocchia o l’ente ecclesiale interessato: «Un’approfondita pulizia giornaliera degli ambienti», con particolare attenzione alle superfici toccate più frequentemente, oltre alla disinfezione «almeno giornaliera» dei servizi igienici.

8 settembre 2020