Il comunicato della Sala stampa vaticana è arrivato nella tarda sera di ieri, 30 ottobre. «Durante alcuni lavori di ristrutturazione di un locale annesso alla Nunziatura Apostolica in Italia, sita in Roma, in via Po 27 – si legge nel testo -, sono stati rinvenuti alcuni frammenti ossei umani. Il corpo della Gendarmeria è prontamente intervenuto sul posto, informando i superiori della Santa Sede che hanno immediatamente informato le autorità italiane per le opportune indagini e la necessaria collaborazione nella vicenda».

Il ritrovamento è avvenuto in maniera casuale lunedì scorso, 29 ottobre, quando alcuni operai impegnati in lavori di ristrutturazione nella sede della Nunziatura – la rappresentanza diplomatica del Vaticano presso lo Stato italiano – hanno scoperto le ossa umane sotto una delle stanze al piano interrato. Immediatamente avvisato il nunzio Emil Paul Tscherrig, si è messa in moto la catena delle indagini, dall’ispettorato di pubblica sicurezza del Vaticano alla Gendarmeria, fino all’intervento degli specialisti della polizia.

Al momento non c’è nessuna certezza per stabilire se i resti appartengano o meno a una donna. In caso di riscontri positivi, saranno effettuate le comparazioni necessarie per poter collegare la scoperta al caso di Emanuela Orlandi o Mirella Gregori, le due ragazze scomparse a Roma nel 1983, in situazioni da sempre ritenute analoghe. «Allo stato attuale – affermano ancora dalla Santa Sede – il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone ha delegato la polizia scientifica e la squadra mobile della Questura di Roma al fine di stabilirne l’età, il sesso e la datazione della morte».

31 ottobre 2018