Rinnovamento: la veglia per l’Europa dedicata all’Ucraina

La preghiera si è svolta a Santo Spirito in Sassia nel giorno della Pasqua ortodossa. Il presidente del movimento Martinez: «Vogliamo ribadire il coraggio di fare e chiedere la pace»

Pregare per la Pace e per aprire nuove vie di dialogo. Sono le richieste arrivate nella speciale veglia per l’Europa e per le popolazioni coinvolte nella guerra tra Russia e Ucraina, promossa dal Rinnovamento nello Spirito, che si è svolta domenica 24 aprile nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia, nel giorno della Pasqua per ortodossi e cristiani d’Oriente. «Mentre i missili cadevano a Kiev abbiamo aspettato per ore un treno, tra i tanti che partivano facendo salire dieci volte le persone che potevano contenere – la testimonianza di tre donne ucraine . Ci siamo prese per mano e abbiamo pregato, finché non è arrivato un treno fuori programma e non ci sembrava vero vivere la gioia di andare via dalle bombe». Arrivate in Italia sono state accolte dalla Caritas. «Siamo donne, sorelle, madri, mogli – hanno spiegato – e abbiamo un ruolo eroico come chi è rimasto in Patria, perché difendiamo la speranza di tornare con i nostri bambini». Una dramma, il loro, come quello vissuto da Marina, cristiana ortodossa scappata da Kharkiv con suo marito di fede musulmana e i loro due figli. «Pensavamo che in un paio di giorni tutto sarebbe finito, non potevamo credere a bombardamenti così lunghi, senza pietà. Siamo scappati sapere cosa avremmo trovato per strada». Poi oltre 20 ore di viaggio in treno fino alla Polonia, da dove hanno raggiunto l’Italia «grazie ad alcuni volontari». Oggi sono ospitati dalla Protezione civile «ma non vediamo l’ora di tornare, con la pace nel Paese».

Durante la veglia – introdotta da Paola Rivetta, giornalista e conduttrice del Tg5 – si sono alternati, nella lettura di preghiere per la Pace, esponenti del mondo religioso, civili, militare e politico, ognuno «in rappresentanza della propria categoria», ha spiegato Rivetta. «Siamo chiamati a dare slancio alla nostra fede e a riscoprire la fraternità – ha spiegato il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione per le cause dei santi -. Collaborare, stare vicini, tendere al bene comune sono le soluzioni ai mali della storia e agli errori degli uomini. La fraternità è l’antidoto a tutti i conflitti e agli svilimenti della dignità umana», ha ribadito.

«Noi cristiani ucraini ci sentiamo come il popolo di Israele deportato in Babilonia – sono state, invece, le parole di monsignor Dionisio Lachovic, esarca apostolico d’Italia per i cattolici ucraini -. Preghiamo affinché la Chiesa abbia speranza dinnanzi ai peccati che macchiano l’umanità». Gli ha fatto eco padre Gheorge Militaru, vicario generale della diocesi ortodossa romena d’Italia: «Non possiamo tacere dinnanzi ai tanti ortodossi ucraini e russi che vivono il calvario di Gesù». Pregando per salvare le nazioni coinvolte, la richiesta di perdono è stata per il «sangue innocente di bambini, donne, giovani, anziani che lacera le vesti del Signore».

In un momento storico così drammatico, «quando la Misericordia sembra arrancare e la preghiera sembra roba di soli preti, questa veglia vuole ribadire il coraggio di fare e chiedere la pace – ha affermato il presidente del Rinnovamento nello Spirito Salvatore Martinez -. La pace è possibile ma ha un costo: rinunciare all’egemonia del potere e alle nostre idolatrie». Insieme a lui hanno pregato per la pace anche Roberto Nannerini, vice delegato della Delegazione di Roma dell’Ordine di Malta; Antonio Tajani, presidente della Conferenza dei presidenti di Commissione del Parlamento europeo; Alessandro Guarasci, giornalista di Radio Vaticana; Antonio Gasbarrini, direttore del Dipartimento di Medicina interna del Policlinico Gemelli;  Dario Porfidia, colonnello dell’Esercito italiano; monsignor Jozef Bart, rettore della chiesa di Santo Spirito in Sassia, santuario della Divina Misericordia.

26 aprile 2022