Rielezione Mattarella: le congratulazioni di Dureghello (Comunità ebraica Roma)

«La sua generosità, insegnamento per il Paese». Il plauso degli ebrei italiani: «Grati per le azioni compiute anche nel contrasto ai rigurgiti di odio e antisemitismo»

All’indomani della rielezione alla presidenza della Repubblica, continuano i messaggi e gli attestati di stima nei confronti di Sergio Mattarella. Tra questi, quello della Comunità ebraica di Roma, attraverso le parole della presidente Ruth Dureghello. «Lo spirito di servizio, la sua generosità e il senso di responsabilità sono un grande insegnamento per il Paese – afferma -. In questi tempi bui, con la pandemia ancora in corso e le difficoltà economiche che acuiscono le tensioni sociali, la sua guida è una garanzia per l’Italia e per i valori della nostra Costituzione. Nel corso dei sette anni del suo primo mandato ha saputo valorizzare la diversità e difendere i diritti delle minoranze – è la conclusione del messaggio -. Siamo certi che continuerà ad essere un faro prezioso per contrastare l’intolleranza e l’antisemitismo e rendere più forte la nostra democrazia».

Con la Comunità di Roma, anche la Giunta dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane «si unisce all’interminabile applauso per l’elezione di Sergio Mattarella alla carica di presidente della Repubblica con piena fiducia per un secondo mandato. Proseguirà quanto già radicato nella storia – si legge nella nota Ucei – trasmettendo dignità, senso delle istituzioni, forza delle azioni compiute anche in materia di contrasto a quei rigurgiti di odio e antisemitismo che ogni giorno di più insidiano le nostre conquiste e i nostri progetti di convivenza presenti e futuri. Il custode dell’unità del Paese, per un’esperienza di servizio e promozione di quei valori costituzionali che sono l’essenza della nostra democrazia. Come ebrei italiani – concludono – gliene siamo e sempre saremo riconoscenti. Pronti, ancora una volta, a fare la nostra parte». Dalla giunta Ucei un plauso anche a Giuliano Amato, eletto presidente della Corte costituzionale «in queste ore cruciali per il Paese».

31 gennaio 2022