Ricordato a Rocca di Papa Emanuele Crestini, il sindaco eroe

Il presidente Mattarella e il cardinale Bassetti alla cerimonia il memoria del primo cittadino morto nel’incendio scoppiato in Comune un anno fa

Ha dato voce alla «riconoscenza» e all’«orgoglio» della Repubblica italiana il presidente Sergio Mattarella, intervenuto ieri pomeriggio, 23 giugno, al Centro di accoglienza Mondo Migliore di Rocca di Papa, alla cerimonia di commemorazione di Emanuele Crestini, il sindaco morto eroicamente un anno fa per le ustioni riportate in un incendio divampato nei locali del Comune. Il primo cittadino fu l’ultimo ad abbandonare il municipio dopo essersi assicurato che tutti fossero in salvo. Per il capo dello Stato, il suo comportamento è stato «un esempio consegnato non soltanto ai suoi concittadini ma a tutto il nostro Paese ed è un messaggio di grande significato tanto più ricordato qui in questo luogo di incontro, di apertura, di disponibilità reciproca che fa accogliere e responsabilizza».

La politica, aveva detto prima di lui il cardinale presidente della Cei Gualtiero Bassetti, «è una missione da compiere al servizio del Paese e non un’avida conquista del potere; è la ricerca del bene comune e non di un arricchimento personale; è un’azione di carità verso il popolo e non una mera volontà di potenza». E Crestini, nelle parole del porporato, è stato «un uomo delle istituzioni, un rappresentante del popolo, un laico, che nell’esercizio delle sue funzioni ha saputo mostrare all’Italia intera cosa significa servire il proprio Paese con senso di lealtà, di sacrificio totale e di amore verso l’altro. Lealtà, sacrificio e amore: tre parole che non si riferiscono a bandiere consunte del passato ma a valori e virtù che rappresentano, oggi più di ieri, il cuore pulsante del nostro stare insieme, della nostra comunità».

Emanuele Crestini (1972-2019), sindaco di Rocca di PapaPer il presidente dei vescovi italiani, «Crestini ha saputo incarnare il volto “nobile” dell’Italia, il volto dell’altruismo e del dovere. Un dovere e un altruismo che rappresentano oggi una grandissima testimonianza per il nostro Paese. Perché per i cristiani – ancora le parole di Bassetti – l’eroe non è colui che conquista o detiene il potere, non è colui che uccide il nemico in battaglia e che viene glorificato per questo atto di potenza. Per i cristiani la più importante testimonianza è un atto di amore che porta al martirio. Senza incedere in una retorica vuota, noi possiamo ben dire che l’ultimo gesto di vita terrena di Emanuele Crestini è stato indubbiamente un atto di amore».

Nel corso della cerimonia, alla quale hanno partecipato i familiari del sindaco, gli operatori e gli ospiti del centro, è stato piantato un ulivo e inaugurata una targa in ricordo del sacrificio, della sensibilità e dell’attenzione che aveva verso gli altri e gli ultimi. Di questa sensibilità ha parlato anche Mattarella, evidenziando come «vi è una responsabilità individuale che si inserisce nella responsabilità collettiva che tutti abbiamo globalmente per una condizione migliore dell’umanità in questo mondo. È una responsabilità – ha proseguito – che nella sua funzione di sindaco Emanuele Crestini ha avvertito e praticato. Per questo gli siamo riconoscenti con grande intensità e non dimenticabile ricordo». Quindi, rivolto alla moglie e alla figlia, ha assicurato la sua vicinanza, «sapendo che questi ricordi, che sono convinti e stabili, non attenuano il dolore».

Intervenuta alla commemorazione anche Veronica Cimino, vice sindaco di Rocca di Papa, che del sindaco scomparso un anno fa ha ricordato «la generosità, il senso del dovere, la tensione etica, lo spirito di servizio, l’appartenenza alla comunità e la voglia di giustizia», tutti elementi che «hanno caratterizzato la sua vita». Crestini «non si è mai abituato ai piccoli privilegi della figura del sindaco – ha continuato -. Per dirla con le parole di Lorenzo Milani, preferiva spogliarsi di questi privilegi che altrimenti lo avrebbero reso uguale a chi aveva avversato per molto tempo». Ha ricordato invece il suo impegno accanto a Mondo Migliore Angelo Chiorazzo, fondatore della cooperativa Auxilium che gestisce il Centro, aprendo la cerimonia. «Era un uomo che svolgeva il suo ruolo con discrezione, cercando sempre il dialogo e la comprensione; lavorava per costruire un mondo migliore».

Nel Centro Mondo Migliore sono accolte attualmente 296 persone: uomini, donne e bambini, che «sono fuggiti da guerra e miseria, in cerca di un futuro migliore. Guardando queste persone negli occhi – ha detto Chiorazzo – non possiamo non provare sofferenza per quello che sta accadendo in Libia e nel Mediterraneo. È dovere dell’Europa e dell’Italia tendere la mano a chi ha bisogno. L’Italia non deve essere lasciata sola nell’affrontare la questione libica. È necessario riprendere ed ampliare subito i corridoi umanitari». Al riguardo, Chiorazzo ha voluto ringraziare personalmente «Marco Impagliazzo che, con la Comunità di Sant’Egidio, ha dato una lezione di civiltà all’Europa istituendo i corridoi».

Dell’immigrazione e delle pratiche di restringimento – «ferite del cuore a cui porre rimedio» – ha parlato anche Bassetti, esprimendo l’auspicio che «questa nuova fase che si apre mentre si va spegnendo la pandemia da Covid-19 non sia solo di riapertura ma anche rigenerativa dei nostri cuori, e trovino finalmente spazio politiche adeguate e pratiche di accoglienza ed integrazione diffusa nel nostro Paese». Quindi, un pensiero «a tutti coloro che nel nostro Paese o nel mondo, una casa dove rimanere non l’hanno più, o non l’hanno ancora», ricordando la Giornata mondiale del rifugiato appena celebrata. In un anno, ha evidenziato il presidente della Cei, «siamo passati da circa 70 milioni di rifugiati e sfollati nel mondo a circa 80 milioni, un numero che non è mai stato così alto dopo la seconda guerra mondiale e che non era mai cresciuto così tanto: 9 milioni di nuovi rifugiati e sfollati in un solo anno».

In quattro anni di attività, Mondo Migliore ha accompagnato 6.710 persone, che fuggivano da guerra e miseria, verso una vita nuova: 6.500 accolte in convenzione con la Prefettura di Roma, 210 con la Conferenza episcopale italiana. Oltre 500 i minori.

24 giugno 2020