«Riconoscere il consulente familiare nelle strutture pubbliche»

La richiesta di padre Alfredo Feretti, direttore del Centro La Famiglia, alla Giornata dedicata alla consulenza familiare. Il consultorio di via della Pigna «sentinella sul territorio»

«Chiediamo alle istituzioni di riconoscere la figura del consulente familiare all’interno di strutture pubbliche, una legittimazione che ancora manca in molte regioni, compreso il Lazio. Qualcosa si è fatto in Lombardia e Toscana mentre il Veneto con una direttiva regionale già promuove luoghi di consulenze socio-educative». È la richiesta avanzata sabato 28 maggio da padre Alfredo Feretti, direttore del consultorio Centro La Famiglia, in occasione della seconda edizione della Giornata della consulenza familiare, promossa dall’Aiccef, l’Associazione italiana consulenti coniugali e familiari. Quella del consulente familiare è una figura professionale regolamentata dalla Legge n° 4 del 14 gennaio 2013 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate” ma non ufficialmente riconosciuta.

Nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella sede del Centro, nel palazzo del Vicariato di via della Pigna, sono state illustrate le attività svolte nel primo consultorio fondato a Roma nel 1966 per volontà di padre Luciano Cupia, degli Oblati di Maria Immacolata. Solo nel 2021 sono stati effettuati 2.700 colloqui con 600 persone tra donne, uomini, coppie, adolescenti. Nel 46% dei casi sono stati affrontati disagi personali imputabili alla bassa autostima, a problemi relazionali o legati alla perdita del lavoro. Difficoltà a relazionarsi in famiglia, con il partner o derivanti da una separazione sono emerse nel 30% dei casi mentre il restante 24% ha riguardato la gestione del rapporto genitori-figli o le problematiche proprie dell’adolescenza.

Nella Converti, Erica Battagli, Mariano Angelucci, 28 maggio 2022Alla conferenza hanno partecipato Nella Converti, Erica Battagli, Mariano Angelucci, rispettivamente presidenti della V, VI e XII commissione di Roma Capitale, che si sono impegnati «a convocare il prima possibile le parti interessate, compresa la Regione Lazio, per ottenere il riconoscimento pubblico dei consulenti familiari» mentre Luisa Laurelli, assessore alle Politiche sociali del IX Municipio, ha espresso la volontà di far conoscere il servizio e metterlo in rete con altre realtà territoriali.

La «sana laicità» è la peculiarità del consultorio “Centro la famiglia”, luogo protetto e sicuro che vuole essere una «sentinella sul territorio per accompagnare le persone, le coppie, le famiglie e gli adolescenti che necessitano di un aiuto non terapeutico – ha detto padre Feretti -. Il nostro compito è quello di favorire lo sviluppo delle risorse e dei talenti di ognuno». Cinque i centri associati a Roma, dislocati nelle periferie: Centocelle, Tor Bella Monaca, Nuovo Salario, Flaminio e l’ultimo nato a Tor Marancia.

Dal 1976 il Centro è anche sede della Sicof, Scuola italiana consulenti della coppia e della famiglia, frequentata «da studenti, impiegati, insegnanti, professionisti dai 19 ai 65 anni – ha aggiunto la direttrice della scuola Marina Piccialuti -. Complessivamente il corso di studi dura 5 anni, ci sono 3 sessioni di tesi l’anno con una media di 30 diplomati a sessione». Sarah Hawker, vice presidente Aiccef – associazione professionale a tutela dei consulenti familiari, fondata nel 1977 – ha evidenziato che la «pandemia non ha fermato le consulenze. In un momento storico in cui si aveva maggiore bisogno di sostegno abbiamo attivato gli appuntamenti online partiti nel giugno 2020 e che abbiamo deciso di mantenere anche in futuro».

30 maggio 2022