Richiedenti asilo, Corte costituzionale: illegittimo impedire iscrizione anagrafica
La pronuncia dopo che alcuni tribunali avevano sollevato la questione di costituzionalità su parti del decreto Sicurezza. Viola la Costituzione
La norma contenuta nel dl sicurezza del 2018 – il “decreto Salvini” – che nega l’iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo è incostituzionale «per violazione dell’articolo 3 della Costituzione». Ad affermarlo è la Corte costituzionale in un pronunciamento di ieri, 9 luglio, dopo che i tribunali di Ancona, Salerno e Milano avevano sollevato la questione di costituzionalità relativa ad alcune parti del cosiddetto decreto.
In particolare, davanti al Tribunale di Milano un cittadino siriano, difeso da Valerio Onida e Alberto Guariso, aveva contestato il diniego di iscrizione anagrafica opposto dal Comune di Milano facendo riferimento proprio alla norma del decreto sicurezza. Nel giudizio erano poi intervenuti Asgi e Avvocati per niente, con gli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri, a sostegno delle ragioni del cittadino siriano e della incostituzionalità della norma. Il Comune di Milano si è poi costituito davanti alla Corte Costituzionale sostenendo anch’esso l’irragionevolezza della norma che finiva per danneggiare anche i Comuni. Analoga eccezione era stata sollevata anche dal Tribunale di Ancona ed è stata esaminata dalla Corte unitamente a quella di Milano.
Secondo il pronunciamento della Consulta, nella misura si rileva una «irrazionalità intrinseca» poiché la misura rende più difficile «il perseguimento delle finalità di controllo del territorio dichirate dal decreto sicurezza». Inoltre, la Consulta ha rilevato disparità di trattamento: «Rende ingiustamente più difficile ai richiedenti asilo l’accesso ai servizi a essi garantiti». Asgi, impegnata davanti a molti tribunali d’Italia contro questa disposizione, esprime «piena soddisfazione per questa ennesima conferma che le norme ispirate a logiche ideologiche e di esclusione sono non solo ingiuste e inutili, ma anche incompatibili con la nostra costituzione; e si augura che il legislatore sappia, per il futuro, tenere nella doverosa costituzione, l’esito di questa vicenda che tanti ostacoli ha creato alla condizione dei migranti e alla vita civile».
10 luglio 2020